153. Non razionalizzare i sentimenti

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Sofia, finalmente nella sua casa a Bologna, deposita la valigia sul letto con poca grazia, fa una foto per Anna e gliela manda.

Sa che ha sospetti, dato che ha scelto di partire troppo "all'ultimo", quindi deve farle credere stia davvero a Bologna tutta la settimana. Non vuole assolutamente che sospetti si diffondano, creando chissà quali cazzate che non sradicherà più.

Quindi, grazie alla magia, crea tante foto da inviarle in vari momenti e della giornata: a letto, mentre fa colazione, mentre va su Netflix e così via.

Una volta preparate le foto, riprende la valigia e si precipita di nuovo fuori da casa, questa volta però munita di cappottino, anche se slacciato.
Sembra una scema, lo sa, a gironzolare così conciata a metà agosto, e ha un caldo tremendo, ma preferisce morire di caldo che di freddo.

Tramite la magia condivisa a tutte le nazioni e non solo, con due passi da vicino casa sua arriva all'aeroporto di Bologna.
Sta per andare a nord, ma tanto a nord.
Con un volo di 4 ore e 30 minuti circa, se non ci sono ritardi, con uno scalo ad Amsterdam.

E poi dicono che è senza cuore!
Per lo meno, i due libri che si è comprata di Christa Wolf in lingua originale la terranno impegnata.

•~-~•

Quando finalmente arriva ad Hannover, pensa di voler baciare il pavimento dell'aeroporto.
Odia gli aerei, non come le imbarcazioni su mare, ma gli scossoni delle compagnie economiche non sono da sottovalutare.

Nota Evelyn, che non spicca tra la folla per l'altezza, ma per la chioma rossiccia. Sorride e le porge il braccetto in modo gioviale: <Piaciuto il viaggetto.>

<Mi tatuo dove abiti, pur di non dover rifare un tale volo.> promette Sofia, trascinando il trolley.
<Ti piacerebbe tornare qua presto? Non hai neanche visto veramente Hannover.> nota ləi, uscendo.

L'aria sferzante convince Sofia a chiudersi finalmente il cappotto. Ha fatto la scelta furba. C'è davvero troppo freddo qua per essere estate!

<Come stai in maniche corte?> lə interpella.
Evelyn scrolla le spalle e nota: <Sono abituato al mio freddo e tu al tuo caldo umido soffocante.>

L'emiliana deve dargli ragione mentre finalmente arrivano all'auto di lui. Piccola, ma pratica e ben curata, anche se di un grigio tristezza. Quasi le manca la fiat panda rossa e ormai mezza morta ma che ancora va di Roma. Quasi.

<Carico io, siediti pure, si vede che sei cotta.> la tranquillizza lə tedescə, prendendole il trolley e mettendolo nel bagagliaio.
L'occhialuta non si fa pregare e si butta sul sedile davanti del passeggero, chiudendo gli occhi. Gradirebbe tanto una dormitina, ma è solo pomeriggio.

E per fortuna la copertura non è saltata anche se per svariato tempo non ha potuto rispondere ai messaggi di Anna.
Per una volta dimenticarsi normalmente del cellulare l'ha aiutata.

Evelyn torna in fretta da lei, si siede e domanda: <Ti va di lasciare la valigia in camera tua e poi andiamo a farci un giretto e poi in un ristorante? Dato che è il primo giorno, ti dedico una bella cenetta fuori.>

Sofia abbozza un sorriso imbarazzato e replica: <Non ce n'è bisogno, davvero. E poi possiamo sempre dividere a metà. Sei molto gentile per conoscermi così poco.>

<I tuoi messaggi erano fandonie?>
<No, assolutamente no-!>
<E allora ci conosciamo un bel po'.> conclude Evelyn, risoluto.

<A proposito di messaggi... Grazie per avermi consigliato Christa Wolf. Sono curiosa di vedere dove parerà "Cassandra".> commenta dopo qualche istante l'emiliana.
Lə sassone replica: <Se ti piace la mitologia è da leggere, anche solo per avere un altro lato su un mito interessante.>

<Tu invece hai iniziato a leggere Pasolini? So che è controverso, anch'io non l'ho sempre sostenuto, ma certe sue idee dovrebbero essere condivise universalmente.> dichiara Sofia.

<Mi immagino quali.> commenta Evelyn, ironicə.
<Tu sei ben più rossə di me. In tutti i sensi.>

Lə tedescə sorride, mostrando le sue adorabili fossette, e dichiara: <Hai vinto tu questa battaglia, te lo concedo!>
L'emiliana ricambia con un piccolo sorriso di vittoria.

I minuti passano piacevolmente nel tragitto fino a casa di Evelyn. Una volta arrivati, dopo aver scaricato la valigia dell'italiana, Evelyn la conduce poco più in là, nel cuore della sua città.

Passeggiano e parlano fitti fitti del banale e dell'esistenziale, rallentano per assistere ad un litigio di coppia in mezzo alla strada e accelerano quando un commesso prova ad offrire volantini e spiegazioni a loro inutili.

Approdati ad un ristorante, Sofia chiede anche del lavoro e di come va e non va.
Evelyn non si risparmia né contro alcune cazzate sparate da certi politici, sia dei suoi territori che non, critica il cancelliere e ci butta di mezzo Ludwig, commentando come stia diventando poco professionale, sempre in ritardo di 5 minuti.

Al che l'emiliana ridacchia e commenta che Feliciano lo sta 'italianizzando' anche poco, dato che il Nord Italia sa fare di prassi mezz'ora di ritarso. Ed allora entrambi iniziano a scherzare su come i due si stanno 'italianizzando' e 'tedeschizzando' a vicenda.

Una volta tornati a casa di Evelyn, una volta scaricata la valigia, Sofia pensa al pomeriggio e si sente felice. Estremamente felice.
Il tempo è volato con Evelyn, ottima ricompensa dopo tutte quelle ore in aereo a soffrire.

Si cambia velocemente, cercando per una beneamata volta di non razionalizzare i suoi sentimenti.
Va un attimo nel bagno accanto e, nel breve tragitto, saluta Evelyn, cercando di ingnorare la strana sensazione di essere fin troppo in intimità che sta provando.

•~-~•

<Quando ci rivedremo?> domanda Evelyn mentre l'emiliana lotta con la sua valigia per chiuderla. All'andata ce la faceva, e che diamine!

<Quando riuscirò. Per il bene della nazione dobbiamo vivere tutti insieme e per andarcene dobbiamo avvisare per tempo, a meno che non ci sia un'emergenza. Già ho rischiato questa settimana.> spiega con poca calma l'occhialuta, lottando con la zip per gli ultimi centimetri.

<Ti ho avvisata una settimana prima!>
<Io avviso con un mese di anticipo.> ribatte Sofia.

<Oook, cercherò di avvertirti per tempo. L'anno prima te lo dico.> scherza il sassone.
Sofia ruota gli occhi divertita. Chiude la valigia e nota: <Oppure puoi venire da me. Così siamo pari.>

<Lo considero una promessa!> assicura ləi, allungando la mano.
<È stato un piacere averti qui.> aggiunge.

Sofia prende la mano e la scuote velocemente, mentre cerca per l'ennesima volta in quella settimana di non concentrarsi sui suoi sentimenti per analizzarli al microscopio.

<Anche per me. Ciao.> pigola l'italiana, afferrando ciò che è suo e usando il viaggio tra nazioni, arrivando nel salotto della sua casa a Bologna, crollando sulla poltrona.

Perché il cuore le batte così forte? Non può star avendo un infarto! Non ha senso!
E non vuole assolutamente razionalizzarlo.

N/A: EHEHEHEHEH, QUESTO È TUTTO QUELLO CHE MAI AVRETE :3

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