128. Onestà in amore

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Francesca si vorrebbe dare delle sberle da sola, perché non riesce a bussare alla sua porta?!

Un conto è l'orgoglio, un altro essere ciechi e sordi di fronte a dei possibili aiuti esterni!
"E se ti ride in faccia? Lasciamo perdere!" strilla una voce nella sua testa .

"Se non ci ascolta urliamo finché non lo prendiamo per sfinimento!" suggerisce un'altra.
"Parlare non è un'opzione?" si stupisce una terza.

La toscana sorregge la testa tra le mani, respirando profondamente, gli occhi chiusi, sforzandosi di ricacciare indietro le tante vocine.

Immagina una mini sé che prova a chiudere una porta che tante altre mini-sé (con sulla maglietta il nome della città che rappresentano) che le vanno contro.
Finalmente vince lei e le ricaccia indietro.

Bussa alla porta e Vincenzo le apre all'istante. La osserva stupito, certamente non hanno un così profondo rapporto loro due. Chiede: <Che c'è?>

<Ti ricordi quello che hai detto ieri sera, alla fine del film?> va dritta al sodo lei.
<Ehm... cosa di preciso?> domanda lui, grattandosi la nuca e corrucciandosi. Dice tante cose e le dimentica altrettanto in fretta.

<Riguardo come secondo te praticamente tutti i triangoli amorosi si possono risolvere con una relazione aperta e sarebbe molto bello e positivo da vedere.> rievoca con precisione lei.

Ci ha pensato pressoché tutta la notte, mentre memorie amare e dolci che si susseguivano.
<Ah, sì, ricordo!> esclama il calabrese <E allora? Cosa c'è?>

<Tu... sei esperto in questo genere di cose? Cioè, relazioni aperte?> indaga lei.
<Ehm, sì.> ammette lui, senza eccessivi problemi <Ho avuto relazioni poliamorose nel passato e... anche il vecchio "me" ne ha avute tante.>

Come sempre, parlare del suo "alter ego", il capo della popolazione degli italici, lo rende molto tentennante e cauto.

<Ah.> spiccica la regione del centro <Non l'hai mai detto.>
<Non è qualcosa di cui parli, se non te la chiedono o se non finisci sull'argomento specifico.> si difende lui.

<Hai ragione pure tu.> convinre Francesca.
<Come mai me lo chiedi?> indaga lui, accigliandosi leggermente. C'è qualcosa sotto?

<Vorrei... delle risposte. Tanto tempo fa sono stato con un uomo che proclamava di amare più persone insieme, però non so se fosse sincero. Vorrei capirlo, insieme a te, più esperto.> propone la toscana.

<Io non posso parlare per tutti.>
<Non ti chiedo di farlo, ma, davvero, voglio più informazioni e di Internet non mi fido. Non è la stessa cosa di chiederlo alla fonte. E su Internet, comunque, è un casino.>

<Sono per te un'enciclopedia?>
<Forse? Sei un altro punto di vista, da poter integrare al mio e operare un confronto. Forse avrò le idee più chiare, forse no. Ma ci avrò provato.>

Vincenzo sospira, intuendo che non l'avrebbe scacciata via facilmente. E probabilmente una piccola parte di sé è contenta di sapere che avrà qualcuno a cui narrare di sé.

Anche solo per un proprio bisogno. In fondo, era mossa da una giusta idea. E così, con qualche chance, poteva tirare qualcuno dal lato delle persone poligamiche!

<Accomodati.> acconsente il calabrese, indicando camera sua.
Francesca entra, contenta di vedere la camera ordinata e curata. È dovuta entrare nelle stanze di certi altri e descriverli come un porcile è una gentilezza.

Opta per sedersi sulla sedia accanto un tavolo piccolo e ricolmo di oggetti, ma ognuno in una posizione che pareva strategica.

Lui si sedette sul letto. Con le mani in grembo, incomincia: <Prima di tutto, amare più persone insieme non è essere frivoli, né traditori per l'uno o per l'altra, né amarle di meno. Come alcuni riescono ad avere più di un amico fidato, perché legano con più persone in quel modo, alcune persone amano al 100% più persone, perché si affezionano in egual misura, tipo.>

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