É una tarda notte del 17 agosto a casa Vargas e sono solo tre i residenti in quel momento, Marie, Angela e Franco.
Tutti gli altri si sono presi la settimana di ferragosto libera, mentre le tre piccole regioni hanno preferito tornare nei loro territori quando la situazione é un minimo meno movimentata.
Vogliono rilassarsi, e sicuramente questo vuol dire essere nei loro territori quando la vita scorre normale, non mentre vi é un surplus di gente a causa del turismo o una mancanza perché tutti sono andati altrove per le vacanze.
Bisogna anche dire, però, che un po' si stanno godendo una piccola e strana vacanza-a-casa. Essendo solo loro in tre, la casa é decisamente molto più silenziosa e calma.
E, sinceramente, pare pure un forno.
Ma questo perché il sole picchia con forza su tutta la zona giorno e specialmente ai piani più alti. Ma comunque, gira che ti rigira, in tutta la casa pare di soffocare se sprovvisti di un ventilatore.E anche di notte l'eccessiva calura si fa sentire, rendendo difficoltoso il sonno. Inaspettatamente, perciò, si sono radunati in cucina, dove hanno acceso uno dei migliori ventilatori che hanno in casa alla massima potenza e si sono presi da bere qualcosa di fresco.
Sono al buio, perché ritengono che le luci facciano più caldo, e stanno conversando del più e del meno, tutti vicini. La poca luce presente proviene dai telefoni accesi, lasciati sulla schermata di blocco o quella home, con la luminosità al minimo.
É strano immaginare tre persone così diverse fra loro e con poco in comune conversare con tranquillità, ma stiamo comunque parlando della famiglia Vargas.
Tutti sanno che per interagire con gli altri incontreranno per forza modi di pensare anche totalmente opposti ai propri.E, in fondo, non é un male. Ci si arricchisce e si conosce un punto di vista differente, non per forza di modi sbagliato.
<Sono sicurissima, anche se c'è poca luce! Tu hai gli occhi a goccia, sono molto belli a parer mio. Anche se ritengo che quelli più ipnotici siano quelli allungati a mandorla.> spiega Marie, riferendosi ad Angela, che annuisce piano.
<La forma degli occhi é importante per il trucco…?> domanda la umbra.
<Ovvio, ma anche in generale. Un bell'occhio, appunto, cattura. E serve anche per la montatura degli occhiali! Scegliere la migliore montatura per qualcuno so che é trovare la montatura che combina al meglio di ciò che si abbina al taglio degli occhi e alla forma del viso.> informa la valdostana.<Io che occhi ho?> chiede Franco con genuina curiosità.
La più piccola neanche si allunga per decretare con sicurezza: <Hai sicuramente gli occhi rotondi e belli grandi! E ti rendono estremamente adorabile, e più infantile, praticamente! Tante ragazze ti invidierebbero quegli occhioni da manga al 100%><Ed ecco che la mia ultima speranza di poter sembrare un uomo adulto se ne va…> borbotta mogio il molisano, nascondendo ancora di più il volto sotto la grande frangia che porta.
<Non sono i muscoli o la mascella squadrata a rendere uomo, a parer mio.> decreta Angela dopo aver sorseggiato un po' di té freddo <Un uomo é definibile tale quando ha la testa sulle spalle: fa decisiononi ponderate, si prende le sue responsabilità e affronta le conseguenze delle sue azioni con coraggio e determinazione.>
<Chi é per te il più "uomo" in casa, allora?> domanda Franco.
Angela vi riflette prima di decretare: <Onestamente? Non so. Tutti hanno un lato serio e uno poco maturo che stona con la mia idea; quindi non c'è nessuno nettamente migliore dell'altro.><Sicura~?> domanda Marie con un sorriso che non presagisce buone intenzioni.
<Tutti noi lo abbiamo. Altrimenti saremmo degli automi.> decreta l'umbra.La valdostana fa un piccolo broncio, indispettita di non essere riuscita a parare dove voleva lei.
Nella stanza cade un silenzio piacevole.Ma degli odori e dei rumori in fretta lo interrompono, almeno per Franco.
<Lo sentite?> chiede preoccupato a bassa voce.
<Cosa?> domanda Marie a voce normale.Franco le fa segno di abbassare la voce e prosegue: <C'é gente fuori. Sembrano umani dall'odore…>
<Ladri. Da noi.> afferma Angela, sentendo anche lei l'odore.<Oddio-> sussurra la più giovane, sentendo delle voci borbottare e un odore fortemente umano.
<Cosa facciamo? Non possiamo mica ucciderli! E se chiamiamo la polizia non arriveranno mai in tempo!> esclama in un soffio la mezza francese, preoccupata.<Ho un piano. Prendiamo delle padelle o pentole o qualsiasi cosa qua in cucina utilizzabile come arma. Silenziosamente.> comanda Umbria con la sua imperturbabile lucidità.
<Vuoi stenderli? E poi che facciamo? Non possiamo chiamare la polizia in ogni caso!> bisbiglia Marie, agitata.
Intanto Franco si é alzato e ha preso una padella messa a scolare al lavabo. É abbastanza grande e pesante, come arma é perfetta.
<Sbrighiamoci…> fa il molisano, chiaramente un po' in ansia, ma risoluto, accingendosi a dirigersi all'ingresso.<Sì.> acconsentisce Angela, andando ad aprire un cassetto senza fare rumore ed estraendone un mattarello di legno.
Marie, seguendola, estrae dal medesimo cassetto un'asse, di legno, su cui fare la pasta; abbastanza grande e sicuramente grande.<Se la rompo quelli di giù si arrabbieranno…> borbotta la più giovane, superando Franco per arrivare all'ingresso.
Angela la segue e decide di prendere le chiavi, attenta a non fare rumore, e aprire la porta, cosicché i ladri non la scassinino.Si mettono ad aspettare col cuore in gola.
Le voci degli umani che arrivano chiaramente alle loro orecchie, realizzando che la porta fosse aperta, si burlarono dell'ingenuità degli abitanti della casa.Aprono la porta… e in fretta due vengono tramortiti da un mattarello e un'asse per la pasta.
Il terzo si spaventa e punta la pistola all'ingresso, pronto a sparare.Ma viene anche lui tramortito da una padella volante… -anzi, no! Da Franco con la padella!
É sparito per qualche secondo!<Finiti…?> domanda il molisano.
<Credo di sì.> risponde l'umbra, abbassando il mattarello e parlando a voce normale.<Ma come hai fatto ad arrivargli dietro?!> chiede stupita Marie.
<Ero… davanti ai due in casa e poi al terzo. Nessuno mi ha visto…> risponde mogio e confuso Franco.<Allora ho sempre pensato il vero. Hai davvero un potere dell'invisibilità. Raro e interessante, molto.> afferma Angela.
<Come?> chiede confuso il molisano.<Tutti noi abbiamo un po' di magia e siamo in sintonia con un suo ramo in particolare o incanalandola in qualche modo… E a quanto pare la tua é l'invisibilità, senza bisogno di particolare sforzo! Che bello! Io riesco ad usare la mia magia praticamente solo con l'arco!> si lamenta la valdostana.
<Per nostra fortuna, io posso usare la magia senza ausilio di strumenti particolari e a comando. Qualcuno porti il van qui, ci caricherò su questi tre con la magia> spiega l'umbra.
<Vuoi portarli in centrale?> domanda Franco.
<No, ci farebbero domande. Li porteremo su qualche tangenziale, nascosti. Farò in modo che non ricorderanno nulla.> afferma la più grande.Marie annuisce e, chiavi alla mano, va verso il van.
In breve tempo compiono il piano di Angela e tornano a casa, in cucina, a finire il té freddo (non più così freddo) tristemente abbandonato e Marie torna a spiegare tutte le forme degli occhi e dare sue opinioni personali.
Come se non avessero appena steso, trasportato e poi scaricato in tangenziale tre malviventi.
Perché, in fondo, nulla di così "banale" ormai li sconvolge più.N/A: nulla di pretenzioso.
Solo un poco di trash e disagio, come giusto che sia.
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Casa Vargas- Le regioni d'Italia
Fanfiction-la pic l'ho messa solo perché è davvero cute. Non rispecchia per nulla come saranno le regioni in questa storia. Ah, e non serve conoscere Hetalia così bene per poter leggere questa ff- *parte musichetta da superquark* In questa storia che di aulic...