194. Artista mancato (perché manca ogni nota)

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Giorgio suona l'ultima nota e toglie la tromba dalle sue labbra, tenendo lo strumento comunque in mano.
È leggermente ansante, deve ancora ben capire come alternare fiato immesso e fiato emesso quando prova a suonare brani senza risultare un idiota.

Si siede sulla sedia della scrivania, strumento a fiato contro il ventre, e chiede: <Come è andata?>

Aleksander lo fissa con un'espressione che cerca di non essere sofferente (senza avere tanto successo) e rimane in silenzio per lunghi secondi.
Poi, a mezza voce, con un sorriso tirato commenta: <Beh, sei arrivato alla fine del brano senza praticamente mai fermarti, è un miglioramento, no?>

Giorgio aggrotta le sopracciglia e toglie le mani dall'ottone prima di lasciare segni e batte un pugno sul tavolo accanto a sé.
<Perché sono così incapace?! Mi sento un idiota!>

Aleksander non si alza, ma allunga una mano e sfiora il ginocchio del fidanzato, consolandolo: <Amore, non sei un idiota. Ci vuole tempo per imparare e tu stai facendo da autodidatta.>

<Ma tantissimi umani riescono a padroneggiare uno strumento, o comunque a non far schifo, pure da autodidatta, in molto meno tempo di me! E, ripeto, sono umani! Non esseri immortali che hanno anche migliori sensi e stamina e altre cazzate che tanto non mi aiutano!>
E Giorgio incrocia le braccia.

Poi però prende da terra la custodia dove ripone la tromba e gliela poggia dentro con cura, ma non la chiude, appoggiandola sulla scrivania.

Così il veneto si alza e inizia a pestare il pavimento della camera, furente con la sua stessa inettitudine.
Ringrazia mentalmente, in un angolino, che il suo idiota abbia la cognizione di non farlo incazzare.

Si blocca.
Si gira verso Aleksander.
<Ti ho fatto tanto male?> domanda.

<Eh?> chiede, argutamente, il più basso.
<Con la mia... neanche musica, faccio cagare... con le mie note stonate ti ho fatto tanto male? Abbiamo un udito migliore degli umani e io ero troppo concentrato sul fare le note per ascoltarle bene.>

Il friulano non risponde immediatamente, la bocca semi-aperta, in una perfetta imitazione da pesce rosso.

Giorgio pesta un piede con furia e con altrettanta veemenza si dirige fino al letto.
Aleksander non si aspetta l'abbraccio che lo investe e che, per la sorpresa, lo fa stendere storto sul letto.

<Scusa.> farfuglia Giorgio talmente tanto basso che pensa di esserselo immaginato.
Il più anziano ricambia la presa e con una mano accarezza i capelli della nuca altrui, sussurrando: <Non sono arrabbiato. Mi spiace vederti così.>

Giorgio alza di poco la testa, lo fissa negli occhi e, con un tono un po' petulante, ribatte: <Ma io sono incazzato. Con me, eh. E non voglio farti male. Già non ho un bel carattere->

<Io amo il tuo carattere tutto spigoli, altrimenti perché mi sarei innamorato di te? Di cosa mi sarei innamorato, se non di quello che hai sempre mostrato, con fierezza e un po' di sfida, come se ti aspettassi che qualcuno ti mettesse in dubbio per quel che sei?> lo tronca sul nascere Aleksander, che gli regala poi un bacino sul naso.
Successivamente, tramite la mano sulla nuca, gli spinge dolcemente la testa dove stava prima, riprendendo le carezze.

E riflette, mentre si bea del respiro caldo del fidanzato contro il collo e del peso altrui sopra il suo, che lo schiaccia in una maniera così calda e avvolgente che non potrebbe mai percepire come minaccia. Solo come una coperta invernale forse un po' troppo pesante.

Ad un certo punto Aleksander dà un bacino in testa al fidanzato e commenta: <Forse possiamo chiedere aiuto a qualcuno che è esperto di musica.>
<Angela? No grazie.> ribatte Giorgio.

<No?> si stupisce il friulano <Intendevo Bruno. Suona il flauto e, ok, il flauto e una tromba non sono uguali, ma sono entrambi a fiato! Ci può aiutare.>

Giorgio sembra soppesare la cosa, poi decreta: <Mi vergogno.>
<Se vuoi migliorare, ci vuole un po' di quell'umiltà che non piace a nessuno dimostrare.>

Il veneto sospira rumorosamente, per infine borbottare: <E va bene! Però andiamo insieme?>
<Non sembrerà strano?>

<Nah, tutti pensano che tu sei il mio cagnolino per nessun chiaro motivo.> e Giorgio alza la testa, mostrando il suo sogghigno.
<Ehi, bugiardo!> ridacchia Aleksander, che prende a sbaciucchiarlo tra i risolini.

In fretta Giorgio si scolla, appena sente qualcosa di vagamente sospetto premere, e impone: <Muoviti!>
Aleksander finge un broncio e si mette seduto, incrociando le braccia.
Lamenta: <Cattivo.>
<E tu ormonato.>

•~-~•

Bruno non sa bene come hanno fatto a convincerlo a dare una "lezione" a Giorgio su come suonare la tromba.

Sa solo che ora si sta pentendo amaramente, se le sue orecchie fischianti sono un buon indicatore del suo dolore.
Anzi, lo sa. È colpa della sua vena masochista: amare e continuare ad amare uno palesemente etero non è da persone sane. E quindi ora si sta torturando in altro modo.

Giorgio s'interrompe a neanche metà brano e domanda: <Allora?> con un cipiglio in volto.
<Allora...>
<Di' la verità nuda e cruda.>
<È una tortura per le orecchie.>

Giorgio riposa momentaneamente lo strumento nella sua custodia e borbotta: <Cosa mi aspettavo di diverso?>, abbattuto.

L'espressione disperata che gli lancia Aleksander, e anche la sua stessa indole da "non voglio fare danni a gente a cui non voglio fare apposta male", lo spingono a notare: <Bisogna partire dalle basi, comunque... per esempio, curi il tuo strumento?>

<Ehm... pulisco dove appoggio la bocca e quando vedo che fa troppo schifo uso una magia pulente.> ammette Giorgio, imbarazzato (e ciò potrebbe scioccare Bruno, se non fosse che quel che dice è spaventoso, da musicista).

<Beh, ecco il primo sbaglio. Tutti gli strumenti a fiato hanno bisogno di una approfondita pulizia e cura. Non hai neanche provato a cercare su Internet, nel male che poteva creare?>
<No...?>
Il trentino si massaggia le tempie e decreta: <Allora ci tocca fare un passo indietro.>

•~-~•

Dopo due interminabili ore di lavoro, Bruno decide che è abbastanza e prova a congedarsi dai due.
<Forse non ti sembrerà un miglioramento grosso, quello fatto oggi, ma abbiamo messo i primi mattoncini essenziali per poter imparare a suonare bene la tua tromba.>

Giorgio guarda un attimo la tromba appoggiata sul tavolo, poi torna a guardare l'ex-austriaco nei suoi glaciali occhi azzurri. Che strano, ha un colore così distaccato, ma il suo sguardo è più che altro dolce.

Giorgio abbozza un sorriso che è solo per metà un ghigno e a fatica sputa fuori: <Grazie.>
<Contento di essere stato utile.> si congeda definitivamente il biondino, anche se non gli sfugge come Giorgio ha afferrato la mano di Aleksander mentre sta richiudendo la porta.

Una volta via "l'intruso", il friulano strizza la mano del fidanzato intrecciata nella sua e sussurra: <Bravo.>
Giorgio sorride più sinceramente e se lo tira in un abbraccio stretto.

Forse non è ancora bravo e non lo sarà per tanto, però forse può davvero migliorare.
Può davvero avere anche lui un'abilità artistica, dato che non potrà mai avere il talento come Feli.

N/A: mi piace scrivere di questi tre idioti che fanno gli scemi.
E per scemi intendo che Aleksander e Giorgio fanno il casino e a Bruno tocca fare l'adulto.

Spero vi sia piaciuto!

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