18. La rappresentazione teatrale delle maschere

197 10 20
                                    

Davanti il piccolo palcoscenico costruito dal comune nella piazza della città é gremito di gente, curiosa e interessata, e da scolaresche portate lì per l'occasione.

Pare ci sia una rappresentazione teatrale fatta apposta per Carnevale, con tutte le maschere italiane!
Quindi a dominare la scena, non saranno le solite quattro o cinque, ma saranno presenti tutte le maschere che, per ogni regione, sono famose.

La storia rappresentata é intitolata "Le maschere d'oggi", quindi tutte tali maschere si ritroveranno a traslocare in un'unica, grande casa e vivere piccole avventure tutte attorno un punto focale, cioè trovare un metodo per convivere!

E quali attori migliori delle personificazioni delle regioni italiane?
Tutti hanno una parte da attori, ma tutti si occuperanno anche, a turno, delle tende, delle luci, dei suoni e della scenografia.
E tutti si vestiranno dalla loro più celebre maschera.

Eccezion fatta per Anna, che si ritrova a fare Colombina, maschera veneta, perché Giorgio fa già Pantalone e di fare una donna non gli va assolutamente (e comunque non li potrebbe fare contemporaneamente).

Inoltre parleranno ogni tanto in dialetto, ognuno nel proprio, per trasmettere più enfasi in quel che dicono, ma comunque limitando le parole o le frasi a qualcosa di capibile da qualsiasi italiano o iconico.

<No, sbagliato! La cadenza giusta é un'altra!> "rimprovera" Giorgio ad Anna, che stava provando a recitare l'ultima battuta con un pezzo di dialetto veneto che ha.

<Ma come? Ho cercato di usare la tua cadenza!> si lamenta Anna, l'unica poveretta che si ritrova a dover parlare un dialetto diverso dal suo originale.
<Sbagliato! Io avrò la cadenza di Venezia, tu devi avere quella delle zone di Vicenza!> ribatte il veneto.

<E perché?> chiedo la romagnola.
<Perché fa più scena ed é più divertente! Riprova a dire la battuta!> la esorta il ragazzo.

Anna la ridice e Giorgio fa un'espressione d'approvazione.
<Molto meglio.> commenta.

<Ci siete voi due?> li richiama Giuseppe, vestito da Pulcinella e con il tamburello fra le braccia.
<Sì, stavamo solo riprovando il suo accento vicentino.>
<Comunque, venite di là, si sta facendo il punto della questione.>

<Beh, oramai o siamo pronti o siamo pronti. Mancano meno di dieci minuti all'inizio.> commenta Domenico, che passa accanto ai tre, vestito da Frappiglia.

Le quattro regioni vanno verso l'ingresso di quel casolare giusto dietro il palco che il comune ha dato loro da usare come camerino.
Sofia, vestita da Dottor Balanzone, sta scandagliando la stanza col suo solito sguardo.

<Non ci siamo tutti! Dove sono Rita e Carlo?> domanda a voce più alta.
<Siamo qua!> spunta Rita dal luogo dove prima Carlo si era andato a cambiare.

Il lombardo è trascinato per il braccio dalla sarda, mentre si lamenta: <Perché la mia maschera più conosciuta deve essere Arlecchino? Ha un vestito scomodo!>

<Vuoi davvero lamentarti? Hai visto come sono conciata io!> lo guarda torva la sarda, vestita da Mamuthones e con ancora in mano la "rete" di campane che dovrebbe tenere sulla schiena.

Carlo si ammutolisce, sapendo che non é saggio ribattere.
<Ora che il rompicazzo é stato trascinato qua dalla gentilissima Rita…> inizia Giovanna, vestita da Beppe Nappa, giocando con il cappello che tiene in mano.

<Che poi, davvero, polentone, tu non hai un cazzo da lamentarti!> si mette a ribattere anche Carmela, con addosso un vestito di foglie che praticamente le lascia liberi solo gli occhi.
<Tu non hai Rumit, l'uomo-albero, come maschera! Solo qualcosa di aderente e sgargiante!> aggiunge la lucana.

<Non iniziate, ragazzi…> pigola Franco, che ha ancora fra le mani la sua mascera da Diavolo di Tufara.
<Senza offesa, ma tu con addosso quel tipo di maschera fai ridere! Piccolino come sei non puoi essere qualcosa di pauroso come un diavolo!> commenta sghignazzante Michele, vestito da Farinella.

<Parla quello vestito da Arlecchino venuto male…> ribatte Rosa in difesa del più piccolo, vestita da Capitan Spaventa.
<RAGAZZI!> alza la voce l'emiliana, per evitare che si crei troppo brusio.

Tutte le regioni si voltano verso di lei.
Nonostante gli abiti siano buffi, il suo sguardo freddo e arrabbiato penetra come se fosse la solita Sofia.
<Quindi, ora che siamo tutti qua…> inizia, schiarendosi la gola <noi siamo qua per divertirci, vero, ma principalmente siamo qui per fare divertire i nostri cittadini in questa rappresentazione.>

<Quindi diamo del nostro meglio!> esulta Giovanna, interrompendo l'emiliana (che non da segno di essersela presa o meno).
Tutte le regioni si riuniscono in cerchio, mettendo una mano al centro, pronti ad esultare.

<Quindi c'è solo una cosa da dire, ora!> fa Mario, vestito da Rugantino, con nell'altra mano una fiasca di vino vuota.
<Merda, merda, merda!> esclamano le regioni, esultando subito dopo, facendo come i veri attori teatrali fanno.

<Pronte tutte le scenografie?> domanda Bruno, aprendo un po' di più la testa di Wudelen, la creatura che é più famosa nella sua regione.
<Sì, coso strano.> commenta Aleksander, vestito da Blumari.

<Parli tu, con quel coso in testa.> ridacchia piano Vincenzo, vestito da Giangurgolo.
<Smettetela di bisticciare e usciamo, rimanendo dietro il palcoscenico. Giovanna e Roberto, voi due andate alle tende e al mio segnale aprite.> impartisce Sofia.

<Ai suoi ordini, generalessa!> scherza Francesca, per fortuna allegra in quel momento della giornata, mentre rimette indietro la lunga treccia fatta per completare il personaggio di Stenterello.

Sofia ruota gli occhi e sale sul palco, ancora chiuso, insieme al piemontese, vestito da Gianduja, e alla siciliana.

Al segnale dell'emiliana i due aprono le tende, mentre il brusio degli spettatori si afflevolisce.
E allora Sofia parte, iniziando a recitare, facendo finta di leggere dalle carte che ha in mano, piene in realtà di scarabocchi illeggibili.
E dopo la breve introduzione, presenta tutte le maschere.

Prima Marie, nelle vesti di Landzette, che ride e saluta la gente coi suoi sgargianti vestiti da pagliaccio, promettendo di non essere Pennywise di It.
Successivamente arrivano Carlo, Rosa e Roberto, che recitano alla perfezione i loro ruoli («Carlo tutto sorridente? Mi devo ripetere che il mondo non finirà!» fa qualche regione meridionale).

Poi si passa a Bruno, Franco e Carmela, che fan finta  di bisticciare su qualche cosa che «solo gli esseri non umani possono capire», e vengono interrotti da Rita, che enfatizzando un passo pesante di avvicina a loro, le campane sulla schiena che suonano, che rivendica di voler far parte del team, venendo malamente snobbata.

Poi é il turno di Anna e Giorgio, i quali fanno scoppiare a ridere molta gente quando lui prova a bestemmiare e lei salva in corner la frase, mettendosi anche a canticchiare.

A seguire le regioni del centro, che paiono ascoltare tutte assorte ciò che ha da dire Angela, vestita da Perugino Bartoccio, a parte Michele, vestito da Mosciolin, che pare alle prese con Aleksander, che gli fa le boccacce.

Poi é il turno di quelli del meridione non ancora entrati, che fanno baldoria e ridono, invitando il pubblico a fare come loro (cosa non troppo diversa dalla normalità).

E così lo spettacolo ha inizio, con tutte le regioni entrate, in aggiunta a Sofia che si é presentata per prima, che fanno un inchino in modo non convenzionale, nella maggior parte dei casi.

E tutto il tempo passato a far le prove anche quell'anno é stato ben speso, vedendo come i loro cittadini si stanno divertendo.
Perché solo quello era lo scopo, far ridere gli italiani, i loro "figli" o, comunque, i "figli" dei fratelli.


N/A: cosa caruccetta che suppongo vi possa far sorridere.

Casa Vargas- Le regioni d'ItaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora