113. Nuove amicizie all'estero

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Marie sbadiglia, assonnata, mentre sente l'altoparlante del treno ripetere in svariate lingue che stanno per raggiungere Berna.

Dopo quasi 6 ore di viaggio neanche le sembra vero. Per fortuna che dalla prossima volta può letteralmente smaterializzarsi lì, se mai ci ritornerà.

"Spero ne valga la pena." pensa, sfregandosi gli occhi, sperando di levarsi le tracce di sonno.
"Mi bevo un caffé appena scendo." aggiunge.

Poi collega due neuroni e si ricorda che è in Svizzera e quindi il caffé le farà schifo.

Afferra la grande O Bag che si è portata dietro ed estrae il thermos ormai tiepido. Beve quel poco di caffè tiepido che è rimasto: spera di ingannare il proprio cervello o che tutta la caffeina si sia depositata sul fondo. È una stupida idea, ma la speranza è l'ultima a morire.

Il treno rallenta e Marie scatta in piedi, quasi rischiando di cadere, le gambe intorpidite. Le ha mosse solo per andare in bagno e, svariate ore prima, per sfrecciare da un binario all'altro per beccare la coincidenza a Ginevra.

Nota il modo in cui un signore la fissa da dietro mentre lei si alza, cerca di ignorarlo e va verso le porte, anche se un brivido di disgusto le scende per la schiena.
Rimpiange un po' di non aver indossato il cappotto lungo, anche se sa che non ha colpe.

Finalmente le porte si aprono e lei si catapulta fuori, stringendo la borsetta.
Dopo altri svariati patemi, riesce ad arrivare nel centro storico di Berna.
Si lascia influenzare da dove va la fiumaia di gente e arriva nelle vie più importanti per il commercio, pieno di negozi.

Sorride contenta, curiosa di entrare nelle boutique svizzere o comunque non presenti in Italia. E chi le dice che non ci siano cose diverse rispetto l'Italia, anche solo in parte, nei grandi negozi?

Forse qualcuno le ha pure dato una risposta a quel quesito o comunque quando era nei dintorni. Ma non ricorda niente quindi ha tutto il diritto di sbagliare~!

Cammina con calma, ammirando le vetrine, contenta di avere già gli euro convertiti in franchi svizzeri. Per fortuna ad Aosta gliel'avevano lasciato fare, con un po' di preghiere e magia.

Inspira a pieni polmoni e percepisce come lì, le genti, con forza hanno tante tracce mescolate. Tutti gli umani non possiedono un unico odore, ma questi ancora di più. Sarà per via dei cantoni così diversi fra di loro.

Le pare pure di sentire la fragranza tipica delle nazioni, ma è così lieve in mezzo a tutti quegli odori che pensa di essersi sbagliata.

"Pensa a rilassarti, su!" si convince "Uh, guarda quel vestito!" e si lascia subito distrarre, fermandosi davanti la vetrina di un negozio.

<Guarda che bello quel vestito!> asserisce una delicata voce femminile accanto a sé. Non l'avrebbe considerata, se non fosse che sta parlando nella lingua delle nazioni.

Si gira di scatto ed esclama: <Nazione?!> in quella lingua che solo esseri oltre l'umano riconoscono.

Agli umani apparirà sicuramente una svitata che parla in chissà quale lingua, ma non per chi ha parlato.

La sorprende perché a girarsi verso di lei, fissandola riconoscendo la lingua, sono due persone.

La voce femminile appartiene ad una ragazza davvero carina, dai capelli corti (più dei suoi!) biondo chiaro e gli occhi di un verde tendente alla sfumatura verde caraibi (era esperta in quelle sottigliezze).

Accanto a lui, con fare protettivo, c'è un ragazzo ben più alto, nonostante sia più basso del suo amato Roby; azzarderebbe abbia la stessa altezza di Giorgio o giù di lì.

Anche lui porta i capelli biondo chiaro corti, in una acconciatura simile a quella della ragazza, forse un po' più corti. Pure i suoi occhi sono verdi, ma più tendenti all'acquamarina.

<Chi sei?> sibila il ragazzo nella loro lingua esclusa agli umani.
<Una regione italiana, piacere di conoscervi! Siete delle nazioni, giusto? Vi ho riconosciuto dall'odore!> asserisce Marie con un sorriso radioso.

Il più alto sembra pronto ad evocare qualcosa, lo nota da come muove le mani, ma la ragazza lo ferma con uno sguardo supplicante.
Si gira verso la regione e le chiede: <Ti andrebbe di parlare davanti una cioccolata calda?>

L'italiana annuisce, mentre il ragazzo specifica: <Noi non paghiamo per te.>
<Nessun problema.> risponde subito la piccolina, sempre sorridente.

Non le fa paura quello sguardo minaccioso: vive in casa con soggetti perennemente arrabbiati e/o pronti ad uccidere altri, è insensibile ad una sciocchezza del genere.

•~-~•

<Ecco, io rappresento questo territorio qua.> illustra Marie, indicando la propria regione, colorata in rosa, sulla mappa politica trovata su google.

Mostra il telefono alle due nazioni, che ha scoperto essere Svizzera e Liechtenstein o, per chiamarli con i loro nomi umani, Basch e Lily Zwingli.

E lei si è presentata.
<Per essere dei territori di Veneziano ed essere legata a Francia, sei anche abbastanza calma ed educata.> commenta Basch, ancora guardigno attorno a lei.

<Sono cresciuta a corte, mi hanno insegnato qualsiasi regola possibile ed inimmaginabile.> riassume lei.

<E com'era vivere a corte? C'erano tanti balli? Avevi pretendenti? Eri vestita come una principessa?> si incuriosisce Lily, che fin da subito è sembrata a suo agio, anche se ristretta dalla timidezza.

Invece, a quanto pare, parlare di quegli argomenti la libera dalla sua insicurezza.

La valdostana non ha cuore di dire quanto odia i Savoia e come l'avevano trattata, quindi distorce la verità: <Oh, sì! C'erano tanti balli ma non avevo chissà quanti pretendenti! Preferivo stare seduta o ballavo con Roby, quando era libero dalle altre nobili. E avevo tanti bei vestiti di tantissimi colori! Alcuni più semplici, altri più gonfi e ogni tanto facevo dei disastri!>

<Deve essere stato bello!> commenta Lily, con aria sognante.
<Come tutto, ha i suoi pregi e i suoi difetti.> asserisce Marie.
Si ferma un attimo e beve un sorso di quella deliziosa cioccolata calda.

<Sei chiacchierina.> si intromette Basch.
<Beh, sì.> ammette l'italiana.
<E simpatica!> aggiunge Lily, raggiante.

Si gira verso il fratello e implora: <Basch, può diventare mia amica? Sembra della mia età, è tranquilla e simpatica e gentile!>

Lo svizzero si gira a guardare l'italiana, che aspetta tranquilla. Tanto non gli può sparare (a quanto pare, la sua arma fidata è un fucile) perché sono in un bar.

<Va bene, può essere tua amica.> si arrende Basch.
Lily trattiene a stento un grido e lo abbraccia forte forte.
<Però!> aggiunge lo svizzero <Le prime volte che vi vedete, ci devo essere anche io.>

<Uffi, va bene.> sbuffa Lily.
Tira fuori il telefono e chiede a Marie: <Qual è il tuo numero? Così me lo salvo e possiamo scriverci!>

La valdostana sorride e, lentamente, inizia a dettare il suo numero di telefono.
Sospetta sarà una bella amicizia.

E così sarà. Basch arriverà pure a simil-apprezzarla, cosa mica da tutti giorni!

Solo perché non sa come interagisce al suo Roby e così deve rimanere~

N/A: ed ecco come marie ha raggirato basch:
ah, povero svizzero ingenuo della peste che è Marie, ogni tanto.

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