129. I cani sono bravi bravi e poi ti mordono il braccio

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N/A: buon pomeriggio, sono cotta! Ho fatto la prova scritta di italiano e domani tocca a quella di diritto.
Ho già il cervello che scoppia qwq

Va beh, buona lettura a voi con questo capitolo stupido. Vi ricordo sempre di votare e commentare, se potete <3

<Ti giuro che se ti azzardi a fare una manovra anche solo vagamente simile a quella che hai fatto ora-> minaccia Maurizio, guardando male il fratello chiudere l'auto.

<Ma ho parcheggiato perfettamente!> si difende Giuseppe.
<Per poco non ci schiantavamo contro il palo.> nota il marchigiano.

<Devi fidarti di me! Ti ricordo che qualche volta ho sceso i gradoni di scalinate in motorino!> ridacchia il campano, sorridendo come il folletto maligno quale sa essere.

<Per favore, aspettate che io abbia iniziato a correre.> li prega Domenico.
<Vedremo quanto correrai! Ci sono tanti cani e sono adorabili! Ti devi fermare a coccolarli, è impossibile non farlo!> fa entusiasta il meridionale.

<Vedremo.> risponde pacamente l'abruzzese.
I tre attraversano il grande cancello di ferro e le loro scarpe scricchiolano sui ciottoli.

Domenico controlla che le cuffiette senza fili siano connesse via bluetooth al telefono e poi scorre fra le varie playlist, indeciso. Vuole essere motivato a correre come un matto? Lasciarsi ispirare dalla natura del parco? Perdersi in scenari immaginari?

Poi sente qualcosa di caldo contro una gamba. Un cagnolino tutto pelo riccioluto, nero come l'inchiostro e la lingua di fuori lo guarda attentamente.

<Ma ciaooooo.> parte subito Giuseppe, avvicinandosi e chinandosi a coccolarlo. Il cagnolino fa subito le feste, ma guarda l'altra regione.

L'abruzzese è costretto a chinarsi e coccolare quell'animaletto che scopre essere soffice quanto pare.

Invece Maurizio prende d'assalto uno che pare il gemello di quello che stanno coccolando, solo che marroncino.
Un signore avanti con l'età, i capelli sporadici e bianchi, si avvicina ai tre e sorride. Racconta con un sorriso: <Sono dei coccoloni, se mai entrassero dei ladri in casa, farebbero loro le coccole.>

<Li stedono con la loro dolcezza!> dichiara con enorme sicurezza il campano, tornando in un brodo di giuggiole per il canide.

Il vecchietto sorrise e, con un fischio, richiama i suoi due cuccioli, salutando con una mano le tre regioni e augurando loro una buona giornata, gesto che viene ricambiato.

<Ok... Se vado in mezzo a quella spazio verde per fare stretching qualcuno si incazzerà?> chiede Domenico.

<Nah, ci sono tanti padroni coi loro cani!> lo incoraggia Giuseppe, seguendolo.

<Vuoi allenarti?> lo interroga con shock Maurizio.
<Voglio coccolare altri cani! Guardali, che adorabiliiii!> quasi squittisce il meridionale.

<Non ti ho sentito andare così in acuto da quanto hai mangiato un babà napoletano qua a Roma in fame chimica. Sembrava avessi mangiato qualcosa di paradisiaco.> ridacchia il marchigiano.

<Come direbbe mamma, era nettare degli dei!> si difende Giuseppe.
Intanto Domenico si è recato in un posticino tranquillo del grande quadrato di prato e, con la musica alta nelle cuffiette, inizia a riscaldare i muscoli.

Maurizio e Giuseppe lo raggiungono e gironzolano lì attorno, con il secondo che gioisce come un bambino a Natale quando un cane si avvicina, trascinante il padrone tramite il guinzaglio, e gli abbaia allegro.

Maurizio ogni tanto si comporta come lui, ma sono altrettante le volte in cui resta in piedi e, sorridendo in scusa al padrone, lascia a Giuseppe il duro compito di coccolare il cane. Intanto, lui chiacchiera del più e del meno.

Domenico finisce lo stretching e si avvicina ai due fratelli per avvisarli che farà una corsetta di tre quarti d'ora, quando si scatena un finimondo.

Un cagnolino, piccolino ma vivace e che abbaia come un matto, si avvicina e saltella verso di loro, principalmente l'abruzzese.

Questi lo accarezza e poi il cucciolo inizia a tirare per correre via, abbaiando alla regione, come per suggerirgli di fare acchiaparella.

Poi succede l'inevitabile: la pettorina è la più piccola che la padrona ha trovato ma l'animale è troppo piccolo e sguscia finalmente via, correndo.

<Stella!> grida la proprietaria, ma la sua cucciola continua a correre, abbaiando contenta.

<Lei adora attaccar brighe e ci sono tanti cani liberi! Oddio, Stella!> si dispera la donna, che però è pietrificata.

<Lo riprendo io.> promette Domenico e si maledisce quando quelle parole lasciano la sua bocca.
<Anche noi!> afferma Giuseppe, prendendo Maurizio per un braccio.

I tre iniziano a sfrecciare.
<Non era la corsa che avevo in mente di fare.> mezzo urla ai due fratelli l'abruzzese.

<Dai, saremo eroi!> nota il campano.
<O carnefici, se non lo recuperiamo in tempo.> ribatte cinico Maurizio.

<Allegria portami viaaaa.> canta ironico il campano.
Domenico non li sente, correndo più veloce di tutti, mentre la cagnolina gira intorno un cane almeno 10 volte lei e che viene tenuto a forza dal ragazzo suo proprietario.

<Doveva essere una camminata veloce e tranquilla prima di andare a farmi rifare le trecce!> si lamenta in borbottii il ragazzo, i capelli afro che gli creano un alone attorno a mo' di aureola, ma di ossidiana.

<Scusa!> esclama la regione, prendendo la cagnolina fra le braccia.
Lei abbaia sulla difensiva, la coda fra le gambe, e ha il coraggio di morderlo sul braccio.

Domenico urla: <Dio-!> e il resto viene sovrastato dall'abbaiare del cane del ragazzo, che prova di nuovo a prendere la cagnolina.

Proverbialmente Giuseppe arriva e, rotolando, prende la cagnolina, attento a tenerla lontana da zone che può mordere.

<Ah-ah~> canticchia vittorioso.
<Ce l'hai fatta!> esclama Maurizio. Nota poi il morso sul braccio del fratello e si preoccupa: <Tutto ok?>

<Si... oochi minuti e addio.> assicura l'abruzzese, analizzando la ferita.
<Allora dobbiamo allontanarci in fretta da qua.> asserisce il marchigiano.

<SIGNORAAAAA.> urla Giuseppe correndo dalla padrona di Stella, che li sta raggiungendo a passetti svelti.
<Oh, Stella!> esclama la donna appena Giuseppe le arriva davanti e prende in braccio la propria cagnolina.

Questa le lecca tutta la faccia, contenta.
<Grazie mille, davvero!> fa poi alle tre regioni.
<Si figuri! Buona giornata!> la saluta Giuseppe, tirando i due fratelli via.

Riescono a uscire dall'enorme prato e girare l'angolo che la ferita sul braccio di Domenico brilla per un istante di un delicato lavanda e la ferita sparisce.

<Io volevo solo evitarle la morte certa e lei mi morde!> si imbroncia l'abruzzese.
Il campano gli dà pacche sulla spalla in conforto, scrollando però le spalle perché non sa bene che dire.

<I cani si dice tanto che sono amici dell'uomo ma sono stronzi forte, quando vogliono!> Maurizio dichiara.

E lo fa con una semplicità e onestà talmente tanto disarmante che gli altri due possono solo ridere.

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