119. Una spintarella nella giusta direzione

111 10 144
                                    

Domenico chiude gli occhi e si stiracchia, una brezza fresca che lo rinfresca dalla calura estiva.

E per fortuna che ha tirato fuori l'ombrellone che tengono lì da piantare in giardino quando il sole diventa troppo cocente anche per le lucertole di casa!

Sospira mentre scuote la testa, lo stomaco in subbuglio ma il suo taccuino con le idee e stralci di poesie praticamente vuoto.

Non riesce proprio a mettere giù quello che lo sta mangiando da quella mattina.
Ancora una volta ha sognato di stare con Angela... come una classica coppietta.

Era avvampato dalla vergogna quando si era svegliato e aveva evitato la bella umbra tutta la mattina per non comportarsi da perfetto idiota attorno a lei.

Ma desidera buttare fuori quello che prova, eppure non riesce a trovare il modo!

Quasi proverbialmente, Rita e Carmela escono in quel momento, andando verso gli stendini a ritirare i panni stesi su fili tenuti su da pali di ferro piantati a terra. Erano stati messi ad asciugare quella mattina presto ed erano già perfettamente asciutti.

<Ciao.> lo saluta la sarda, dolce come sempre.
<Che hai? Hai la faccia da cane bastonato!> esclama invece la lucana.

<Si vede così tanto?> chiede Domenico.
<Si.> asserisce la più bassa.
<Anche stamattina eri agitato... cosa è successo? Eri incredibilmente schivo questa mattina.> aggiunse l'isolana, osservandolo con empatia.

<Scommetto che c'entra qualcosa che inizia con "A" e finisce con "gel-"> ma la meridionale viene sgridata dalla regione più antica.
<Carmela, non sono cose da insinuare!>

<Ma è sicuramente quello! Ha sempre una faccia da cagnolino bastonato quando si tratta di lei!> si difende.

Rita vorrebbe ribattere, ma Domenico interviene: <Ha ragione Carmela, c'entra lei.>
La citata sfodera un ghigno vittorioso alla sorella, però questa guarda il fratello e chiede: <Che è successo?>

<È imbarazzante.> ammette l'abruzzese.
<Sei un sottone da manuale, tutto quello che puoi dire non sarà nuovo, avendo a che fare con Giuseppe e Michele.> lo tranquillizza a modo suo la lucana.

<Possiamo aiutarti! Siamo ragazze, forse possiamo capire Angela meglio.> suggerisce Rita. L'altra ragazza schiocca la lingua contro il palato, ma appare d'accordo.

<Va bene.> sospira Domenico <Vado a prendervi delle sedie e->
E non riesce a finire perché Rita evoca il suo bastone magico e richiama a sé due sedie, che posiziona ai lati del fratello.

<Non devi scomodarti, sottone.> nota Carmela, avanzando verso una sedia.
Domenico la guarda stranito, come offeso, e afferma non molto sicuro: <Non sono un sottone! Vero...?>

<Da un occhio esterno? Si.> asserisce Rita.
<Mi chiedo come lei faccia a non capirlo-!> borbotta la lucana.

<È... molto chiusa. E non è abituata a stare con gli altri.> la difende Domenico.
<Anche Sofia non è tutta 'sta socialità, ma nei locali riconosce se uno ci prova e li manda a quel paese in fretta se per lei sono intelligenti quanto un sasso.> racconta Carmela.

<E Angela è diversa.> s'imbroncia Domenico.
<Però non è indifferente nei tuoi confronti.> lo rassicura Rita.

<A me sembra di sì-. È forse più a suo agio con me che con altri, ma a Mario concede molti più atteggiamenti affettivi!>
<Parla terra terra: capisco che sei un poeta nell'animo e, nonostante io sia cresciuta con Omero, Sofocle, Virgilio e compagnia briscola nelle orecchie, sono cresciuta anche in mezzo agli insulti e parole basilari.> sproloquia Carmela.

Casa Vargas- Le regioni d'ItaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora