144. Nostalgia e rimpianti da repubblica marinara

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N/A: allora, disclaimer: sono in università dalle 8.30 e finisco le lezioni alle 19.00 e ho avuto culo di avere questa pausa extra ma non assicuro di rispondere entro poco tempo, manco stasera non sono certa.

Voi comunque commentate e stellinate, giuro che rispondo prima o poi :3





<Non capisco perché nei film fanno sembrare così semplice fingere di essere uomini, specialmente se circondati da uomini!> sbuffa Francesca, quasi tentata di arraffare il telecomando e interrompere il nuovo film sfornato da Netflix.

<Ma da capitano hai privacy.> nota Giorgio, conscio che si riferisse ai tempi delle repubbliche marinare.
<Non è mai abbastanza. E non è solo quello.> si intromette Rosa.

<Pensavo ti piacesse passare per un uomo.> nota Marie.
<Beh, non sempre!> si difende la ligure <Non sarò la donna più femminile al mondo, ma anche a me ogni tanto piace essere vista come una lei e sentirmi una lei, se ha senso quel che dico.>

<Sì, certo!> la difende Francesca <È frustrante fingere di essere chi non sei, specialmente se l'unico motivo per cui lo fai è perché non ti ascolterebbero se sapessero che tu hai una vagina e non un pene tra le gambe.>

<Una vera rottura di palle. Quando hanno capito fossi donna... delirio! A quanto pare tutti i successi avuti prima, che loro avevano visto e a cui avevano contribuito... spariti! Nulla!> si lamenta Rosa, alzando le mani al soffitto.

Francesca annuisce comprensiva e aggiunge: <E tutti iniziano a insultarti e, almeno nel mio caso, hanno tentato di uccidermi!>
<Il mio capo voleva espellermi dalla mia terra. Quello è stato il colmo che mi ha fatto capire quanto l'umanità sa essere stupida. E che fosse saggio ucciderlo e minacciare il suo sucessore.> e la ligure arriccia la faccia nel risentimento.

Con ogni probabilità, è per colpa della sua vita che si è tanto adattata a fingere di essere uomo fino a pure, in certi momenti, ad essere felice di essere vista come uomo.
In altri semplicemente era intollerabile: quanto avrebbe voluto strapparsi i pantaloni per far notare come non avesse un pene ed esclamare che fosse una donna.

Per sua fortuna il suo raziocinio aveva vinto sempre, ma in alcuni casi aveva passato anni a stare male, sempre perché non voleva essere vista come un maschio. E, in alcuni casi, neanche desiderava far vedere a tutto il mondo che fosse una femmina.

L'unica spiegazione sensata che si era mai data era che, a furia di essere in lotta tra il dover essere e il chi voleva essere, aveva perso qualche rotella per strada, trovando schifosa l'idea di collocarsi in uno dei due termini.

Per comodità, avevar sognato di essere qualcosa, qualsiasi cosa, al di fuori dei termini 'uomo' e 'donna' pur di trovare pace.

E quando non ha avuto scelta che essere donna, sotto quegli stronzi dei Savoia, si era sentita ugualmente in trappola.
Ogni tanto aveva sognato di travestirsi ancora una volta e fingersi un basso ragazzo, ma pur sempre un uomo.
E, come prima, il desiderio tra il voler essere e il dover essere l'aveva portata a desiderare di sfuggire ad entrambe le categorie.

Infatti, per almeno un anno di seguito non aveva fatto che desiderare di essere solo Rosa o, ancor meglio, solo Andrea; l'indefinito più puro, sospesa tra i due estremi che non le piacevano.

Negli ultimi decenni, per fortuna, ha avuto la possibilità di essere chi vuole e come vuole, anche se gli altri le lanciano occhiate confuse. Può assecondare la sua testa che oscilla tra i due estremi e si adagia nel mezzo e, in un angolo della sua mente, desiderebbe solo trovare una stabilità che non sa neanche da quanto non prova.

Prova nostalgia per quei tempi di potenza, ma odia come le abbia scombussolato la testa.

<Quello è stato il primo pensiero del mio capo, il secondo di ammazzarmi; anche credo perché si vergognasse di non aver capito l'ovvietà.> obietta Francesca.

Per istinto, appoggia una mano sul seno, rievocando senza alcuno sforzo il dolore che aveva provato per secoli al petto. Quando l'Impero Romano era crollato, anche lei aveva accusato il colpo, essendo collegata ad esso fin dall'inizio, ed era tornata una bambina.

Quando era nata la repubblica marinara di Pisa era una ragazzina, stava per entrare nell'adolescenza e nello sviluppo, ma una cosa le era stata chiara: solo travestita da ragazzo avrebbe potuto comandare e fronteggiare gli altri territori rivali.

Quindi per secoli ha tenuto i capelli corti e, se crescevano, finché non aveva cuore di rinunciarci, li legava in un cipollotto. Comunque il periodo era sempre stretto, dato che i pidocchi erano un grave problema e, per quanto capitano, avrebbero obiettato i suoi capelli lunghi.

Non passava tutto il tempo per mare, anche per anni delegava il compito, ma neanche a Firenze o Siena o Arezzo poteva tenere i capelli troppo lunghi o farsi vedere come un uomo; troppo percioloso, troppo rischioso. E quindi sempre a mantenerli corti, anche se con più chance di ritardare il fatidico taglio.

Da un lato, aver smesso di fingere di essere uomo l'aveva resa felice perché non doveva più nascondersi o modificarsi per gli altri, crescendo i suoi ramati capelli lisci finché voleva, quasi fino al sedere.

Ma la cosa migliore era stata dire addio a quelle orribili fasce che le mozzavano il fiato e le schiacciavano il petto. Non aveva un seno come quello di Anna e Sofia o, porca la madonna!, come quello di Rita, ma comunque c'era della sostanza che compressa faceva un male cane.

Oltre che non le piaceva vedersi così maschiaccio; preferiva di gran lunga avere il suo corpo femminile che poi poteva agghindare come voleva, era estremamente scomodo.

Le limitava molto le movenze con la spada e, infatti, si scelse come arma una frusta magica che, nonostante tutto, la forzava per molte mosse, ma almeno le conferiva quella fluidità che la lama non avrebbe mai potuto darle.

Per questo preciso motivo, per questo odio semplice e puro per avere il seno così stretto, odia tenere su il reggiseno da ancora che 'andasse di moda'.

Da un lato è scomodo perché comporta fare certi movimenti piano o con le mani sul seno (per esempio, scendere le scale) o avere gli occhi di Mario sempre fissi lì quando ha canottiere o magliette leggere, ma tutto viene sovrastato dalla soddisfazione di essere libera in un modo che è certa che i penedotati non possano capire.

Quindi le manca il periodo delle repubbliche marinare e del potere che aveva, ma non tutto ciò necessario per detenerlo e usufruirne.

Rosa sbuffa e dichiara: <Che stronzi ottusi che erano! E pensare che sicuramente ancora tanta gente là fuori pensa che noi non possiamo essere brave quanto loro solo perché non abbiamo il ca->
<Dio can! Smettetela o vi rendo mute strangolandovi con i cuscini.> minaccia Giorgio, interrompendo l'altra settentrionale.

La toscana risponde con una bestemmia in cui lo insulta, mentre la ligure con un dito medio e un dolce insulto in dialetto.



N/A: ed ecco qua una regione genderfluid che non sa e una donna cis che ama le sue tette. Esperienze essenziali, soprattutto la seconda, lol.

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