148. Capire chi si é

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N/A: è molto lungo come capitolo rispetto al solito, ma non potevo farlo più corto. Sarebbe stato un crimine, perché ci tengo molto all'argomento di cui parla. Ed entrambe le regioni dovevano potersi esprimere al meglio, quindi ho usato tutte le parole necessarie!

Spero vi possa piacere, buona lettura!



Giorgio e Aleksander si stanno baciando nell'intimità della stanza del più vecchio. Quest'ultimo ha puntellate le ginocchia sul letto, ai lati delle gambe del veneto, ma poggiando parte del peso sulle cosce altrui.

Si baciano senza fretta, accarezzandosi sulle guance e sulle braccia, passando anche le dita tra i capelli che man mano diventano sempre più scompigliati.

Stanno da ormai varie settimane insieme ma non si sono azzardati a dirlo a nessuno, non sanno come reagirebbero, eccetto Feli.
Loro sono stati amici, anche migliori amici, per tanto tempo e nulla di più. Ma chi assicura loro che gli altri non li vedano come fratelli e giudichino il loro amore incestuoso?

Giorgio, così novizio e confuso dai sentimenti e dal suo amore quale é, preferisce aspettate di mettersi a posto con la testa prima di provare ad esternare la cosa.

Aleksander osa, sperando di avere più successo delle volte precedenti.
Fa scivolare le mani, sempre con carezze, lungo le braccia dell'altro, che gli cingono il collo. Poi torna sui suoi passi e scende, con cura, sfiorandogli delicatamente il petto. Appena però prova a infilare le mani sotto la maglietta, Giorgio si blocca e si stacca dal bacio.

<No.> impone severo, tirandosi giù la maglietta perfettamente a posto.
<No.> ripete.

<Perché?> domanda il friulano, ormai esasperato e confuso. Giorgio non ha un problema con il suo corpo da un punto di vista estetico, ritiene non sia il migliore in circolazione ma gli sta bene così, ma non capisce come la sua pudicizia sia così forte da neanche voler tentare un passo in avanti così piccolo.

<Perché non voglio quei tocchi. Come quelli che vedi in TV o cosa.> bofonchia il veneto, guardando di lato, incrociando le braccia sul petto.
Ogni volta che il fidanzato prova ad entrare in intimità, qualcosa dentro di lui si rannicchia e attorciglia in modo malato e contorto, scuotendolo in ogni parte del corpo.

Non sa bene cosa sia, ma scommetterebbe i suoi tarocchi (strumento a cui tiene tantissimo) che è collegato al motivo per cui ha dovuto baciare Aleksander per avere la certezza che il suo amore fosse andato oltre quello platonico.

In fondo, si è convinto per lungo tempo che fosse solo amicizia perché dovunque si girasse, l'amore era a braccetto con l'attrazione fisica.

E non vuole essere crudele, ma Aleksander in quel senso non lo attira per niente. Lo trova un bell'uomo? Sì, sì e ancora sì, con i suoi capelli scuri che fanno da contrasto con la parte screziata di blu dei suoi occhi, con il suo sorriso smagliante, con il suo naso dritto, come se fosse stato dipinto da Feli, e il suo fisico non armonico per i canoni comuni ma in qualche modo stupendo per lui.

Ma avere il desiderio di andare oltre al suo volto e al suo corpo coperto da indumenti? No, per niente.

Non vuole scoprire ogni angolo e centimetro del corpo altrui, non vuole... avere rapporti intimi.
Alcune volte si chiede se lo ama davvero, se non stia illudendo entrambi.

Aleksander lo scuote dai suoi pensieri dandogli un rapido ma dolce bacio a stampo, a cui le sue labbra si piegano in un vago sorriso e le sue terminazioni nervose fremono contente. Non prova quel genere di cose per Feli, la persona per cui, dopo le sue genti e Aleksander, prova il sentimento più forte.
Deve essere amore. Ma che amore è senza quell'attrazione fisica che tutti provano?

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