177. Magia senziente e perseveranza

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La magia è una faccenda complessa ma soprattutto soggettiva, ognuno ha una propria definizione a seconda di come si è relazionato con essa.
Anzi, con ella.

Perché la magia è senziente e per niente gentile.
Bisogna accoglierla ma senza soccombere ad essa, serve domarla.

Forse sta tutta qua, alla fine, la magia: che sia tramite gesti di mani, formule, strumenti di vario tipo o intrugli, è solo una questione di potere.
Un potere estremamente in bilico tra le due forze, in cui chi sfrutta la magia rischia sempre di passare da comandante a marionetta.

Solo conoscendo ciò si può capire come funziona il dono della "sensibilità" magica.
Non è sensibilità intesa nel senso stretto del termine. C'è una grande percentuale di persone che usano la magia che sono estremamente sensibili e quindi la percepiscono dovunque senza un qualsivoglia allenamento, ma non è la totalità.

Allora il concetto di sensibilità nel senso di percepirla crolla.

La sensibilità magica sta nel riuscire ad afferrarla nel modo corretto e piegarla al proprio volere. Non è la persona ad essere sensibile alla magia, è la magia ad essere -sensibile- al volere della persona.

Infatti la magia è dovunque, ma è impalpabile. Solo chi ha tale sensibilità può domarla. Le prime volte sono per sbaglio nella stragrande maggioranza dei casi. Sono in pochi che consciamente afferrano la magia la prima volta che la sfruttano e ciò accade solo chi ha qualcuno vicino che è sensibile alla magia e ha un'intuizione sul piccolo che ha davanti.

Sofia non è stata tra quei pochi fortunati, ovviamente.
Era solo uno scricciolo, con la credenza (nel retro del cervello) che la magia fosse tutta quella che lei, in quanto essere non umano, naturalmente riusciva a domare.

Quanto si sbagliava!

Il giorno che le rivoluziona la vita è un dì dei tempi ancora sotto i possedimenti dell'Impero Romano, anche se esso è già in decadenza.

Sta passeggiando per una delle sue città, ma non quella in cui ha riposto un pezzo di anima. Quel giorno ha deciso di cambiare: vuole esplorare anche le altre sue città per benino e assicurare loro e alle sue genti che sono amate tanto quanto la sua capitale.
Le sta piacendo la visita.

Potrebbe essere una città come tante altre, ma è una sua città e questo la rende speciale nei suoi occhi ancora giovani.

Purtroppo non è esente dalla criminalità.

Un signore la agguanta da un vicolo, è solo un disperato puzzolente che spera di poterla vendere come schiava recuperata da qualche terreno al nord dell'impero in cambio di qualche denaro. Ma è un adulto e lei una bimba, la forza fisica è a favore del malintenzionato.

La piccola regione per un attimo percepisce tutto come estremamente distante, come se lei stesse osservando a teatro tale recita.
E poi è tutto troppo vicino, quell'essere sta farneticando qualcosa e la sta trascinando via nonostante le sue resistenze.
E poi è di nuovo lontano, ma non è lei ad essere distante da se stessa, bensì (e per fortuna!) quel lurido maniaco, che giace in fondo alla stradina, svenuto.

Non si chiede cosa e come sia successo, non ha tempo per pensarci. Il cuore le pompa nel petto la paura e perciò corre via. Solo quando è al sicuro, si ferma a prendere una boccata d'aria, mentre tenta di fermare i propri tremolii.

E nota, dopo qualche minuto, in un miscuglio tra orrore e meraviglia, che le sue mani tremano ma non visibilmente.
Tremano dentro! Fremono, formicolano o qualsiasi altro termine simile!

Le fissa con rapito interesse.

Stringe le mani a pugni ed esse si illuminano di un vago viola. Smette di stringere le mani e le sventola nell'aria, come se la magia fosse una mosca molesta che può scacciare.
Qualcuno le manda una strana occhiata per strada e probabilmente stanno per chiamare dei soldati.

Allora la piccola si concentra e ordina a quegli umani di ignorarla, gli fa credere che sia tutto normale.
E lo sente, non se lo può star immaginando! Le mani di nuovo formicolano.

Interrompe la magia per via dello stupore, ma per fortuna si è interrotta abbastanza in là nell'incantesimo da non compromettere totalmente la sua efficacia.
La sua testa si affolla di mille e mille teorie. Non può restare in mezzo agli umani un secondo di più.

Cercando un posto più appartato, si teletrasporta e torna nella sua casa (e ancora sente il formicolio).

Una volta sicura di aver ordinato al suo unico servo di chiudere gli ingressi e non entrare nelle sue stanze se non su sua richiesta, torna a fissarsi le mani.
Non sente più il formicolio.

Immagina di dover di nuovo spostarsi usando i suoi poteri.
Le sue mani di nuovo tornano ad essere avvolte da un alone violaceo, ma non lo scaccia come poco prima.
Avvicina le mani ancora chiuse a pugno e poi le apre lentamente, cercando di costringere l'alone viola a rimanere tra le sue mani.

Tale sostanza eterea si condensa e l'aria si fa elettrostatica.
Un piccolo fulmine si genera dalle sue mani e finisce dritto dritto sul soffitto.
Fa un salto per lo spavento e l'alone sparisce.

Alza lo sguardo: non ci sono danni.
Si riguarda le mani.
Però l'ha creato lei quel mini fulmine, neanche fosse la versione infantile e incapacitata di Zeus.

Però quante e quali implicazioni dà la sua scoperta! E non ci crede che non esistano conoscenze a riguardo. Devono esistere: non sarà la prima, né l'ultima.

Deve solo trovare i manoscritti giusti.

•~-~•

Purtroppo ogni magia ha un costo.

Chiunque cerca di dominare la magia scommette con la magia qualcosa di personale, qualcosa che distruggerebbe chi tenta di domarla.
Per la regione del nord, è la sua integrità.

Lei è guidata dalla perseveranza, ma essa, distorta, è anche il suo più grande vizio: l'inflessibilità.

Fissa le proprie mani, senza neanche una traccia di cicatrice, e osserva il palazzo dove i suoi nuovi capi si sono insediati.
Non ricorda bene il loro nome, è lungo e non è "romani".

E si è fatta praticamente uccidere da loro come una idiota.
No, anzi, si è uccisa da sola.
Si è lasciata corrompere dalla magia, su cui ha ripreso il controllo solo per essere uccisa dal capo dei nemici.

È ancora adirata con la magia: perché non ha risposto ai suoi comandi? Perché invece di danneggiare gli altri, anche se ha continuato a perseverare, è stata danneggiata lei?

Deve fare altre ricerche.

•~-~•

La magia è sadica, crudele, effimera e dagli obiettivi ignoti. Decide lei se palesarsi, anche se viene "comandata".

Questo ricorda perennemente alla regione che alla fine non è che la magia viene dominata, ma si lascia dominare per un qualche divertimento.

Però è sicura che riuscirà a dominarla davvero, lei è capace e sta imparando tanto!

Troverà il modo, se continua studiare.

•~-~•

Sofia continua a cercare, perseverante.







N/A: spero vi sia piaciuto questo capitolo; un breve insight sulla relazione tra Sofia e la magia che usa.
E niente, vi auguro una buona settimana!

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