163. Per una volta non è Aleksander l'impiccione

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Solitamente è Aleksander quello che si impiccia nei fatti altrui senza volerlo, rimanendo scioccato, con il forte desiderio di lavare gli occhi e il cervello nella candeggina per dimenticare tutto.
E tutto questo mentre cerca di scappare dalla vittima non voluta ma decisamente incazzata.

Tipo quella volta che ha beccato Giuseppe che parlava al suo specchio palesemente costruendo la tattica migliore per corteggiare Rita (invano).

O mentre Marie e Franco indossavano entrambi un completo per matrimonio ma con i vestiti invertiti e parrucche stravaganti in testa (la valdostana ha provato a spiegarsi più volte, lui l'ha sempre evitato perché era sicuro che sarebbe solo peggiorato la situazione. Alla fine lei ha smesso di tormentarlo e quindi lo shock non si è aggravato).

Oppure quando ha interrotto una sessione di pittura di Francesca per una frivolezza, scoprendola mezza nuda mentre dipingeva con la musica a farle compagnia (ha davvero rischiato che gli fossero cavati gli occhi dalla toscana perché le aveva visto le tette al vento. Dopo che il fattaccio si era diffuso in casa aveva rischiato che Mario lo strozzasse dall'invidia).

Ma questa volta è il suo turno ad essere beccato in un momento privato, in cui gradirebbe che nessuno ci metta il naso in mezzo.

Giorgio, tornato a Venezia per due settimane, l'ha chiamato dopo una giornata passata solo a messaggiare.

Entusiasta, e pigro (perché non ha assolutamente voglia di fare 3 rampe di scale per andare in camera sua per avere privacy), opta per uscire nel giardino.

Cammina avanti e indietro, sorridendo come l'idiota innamorato quale è, ascoltando il veneto lamentarsi di Feliciano perché, nella sua amata città, a quanto pare, il legame si fa più forte.

<Non ne posso più di sentirlo tutto... tutto come é con quel crucco quasi 24 ore su 24, volevo stare qua per rilassarmi!> si lamenta Giorgio.

<Pensala così, quando lui era a Venezia la settimana scorsa sentiva benissimo quanto eri felice e innamorato mentre ci facevamo le coccole~.> lo stuzzica il friulano.

<Ma a lui di sicuro non dispiaceva perché è tutto "viva le belle cose e i bei sentimenti"! E poi ti ricordo che sentivo benissimo quanto era contento, per non dire di peggio, quando ci dava dentro come i ricci... Bleah, non voglio immaginarlo con quel crucco!>

<Pensa a noi due! Ovviamente non durante quelle cose, eh-. Ma, tipo, ehm... mentre ti do bacini sulla tua pancina!> ribatte Aleksander, cercando di tirarlo su d'umore.

<Non osare più chiamarla in quel modo.>
<Ma è una pancina e super carina! Tutta morbidina!>
<Appena torno ti strozzo!>

E il friulano se la ride, fermandosi, dando le spalle alla porta d'ingresso, qualche metro dietro di lui.
In quel momento esce Mario, che lo sta cercando per una cazzata, e si ammutolisce subito all'udire le parole del fratello.

Infatti quest'ultimo, tra le risate, afferma: <Non lo farai, perché io ti sommergerò prima di baci~.>

Il laziale si blocca e rizza bene le orecchie, accovacciandosi dietro un grande vaso che hanno vicino all'ingresso.
Per fortuna è un giorno sereno e la voce arriva chiaramente.

Con chi sta parlando? Ha una ragazza e non l'ha detto?! Deve essere per forza un altro territorio, nazione o regione che sia!

Chi può mai essere, tra l'altro?

Non può sentire Giorgio che lo riempie di insulti, ma la risposta di Aleksander è cristallina nelle sue orecchie: <Ahhhhh, che pauraaaaaa! Scommetto proprio che ora ti fai da Venezia a Roma solo per vendicarti~!>

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