-la pic l'ho messa solo perché è davvero cute. Non rispecchia per nulla come saranno le regioni in questa storia. Ah, e non serve conoscere Hetalia così bene per poter leggere questa ff-
*parte musichetta da superquark*
In questa storia che di aulic...
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Non c'entra una mazza con il capitolo ma é l'unico disegno che ho di 'sti due insieme 😂
<Chi é il genio che ha impilato tutti quegli scatoloni vicino la porta?!> domanda Carlo seccato ad alta voce.
<Non lo so, ma non sarebbe successo un cazzo se solo tu non avessi deciso di provocarmi!> rimprovera Giovanna.
<Ah, davvero? Ora é colpa mia?! Solo perché ti ho detto che é saggio ricordarsi dove si mettono le cose?> ribatte retorico il lombardo.
<Non hai detto proprio questo, caro> la siciliana calca l'ultima parola con grande ironia <Mi sembra fosse più un «Cretina, potresti ogni tanto anche attivare quei neuroni che hai in testa e ricordarti dove metti le cose, invece di essere sempre nullafacente e con la mente fra le nuvole.» e dubito di essermelo immaginato!>
<Potevi anche non spingermi verso gli scatoloni!> rimbecca il settentrionale, che inizia a sollevare uno degli scatoloni in alto alla pila caduta.
Non solo ci sono scatoloni e oggetti della pila urtata, ma anche di altre pile vicine. C'è un enorme cumulo che impedisce loro di arrivare alla porta dello sgabuzzino.
<Ooooh, scusami se non ho maniere fini e raffinate come quelle di voi fighetti con un palo nel culo.> recita teatrale la ragazza, collaborando però alla liberazione del passaggio.
Ovviamente a distanza di sicurezza dall'altra regione, mentre iniziano a tirarsi insulti.
<Come, scusa?!> domanda Carlo, la voce alzata di quasi un'ottava dallo stupore, fissando l'altra e fermandosi.
Sulla sua faccia é dipinto un disappunto molto teatrale: gli occhi sono totalmente spalancati, le sopracciglia sono alzate e la bocca schiusa in una piccola "o".
"É il primo a rimproverare gli altri per la loro teatralità e poi é proprio lui la reginetta del drama…" pensa la siciliana.
<Non ti offendi per nulla di serio… e per ‘nano’ lo fai?! Sei davvero strano, polentone…> commenta Giovanna, proseguendo il lavoro.
Il settentrionale incrocia le braccia e la fissa, affermando: <Perché alle altre sono abituato e posso intuire da dove viene la tua percezione distorta. Ma… ‘nano’?! Da quando in qua essere alto quasi 1.80m é da nano? Voglio delle spiegazioni!>
La meridionale poggia uno scatolone nel punto dove lo ha appena preso, si gira verso l'altro e lo guarda.
<Serio? Sembri un bambino, così.> constata la siciliana. <Non sto facendo i capricci, come fanno i bambini. Voglio solo capire. Perché mi hai chiamato nano?> domanda lui.