130. L'amore non è uguale per tutti

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N/A: finalmente, dopo mesi, avrete il seguito tra Giorgio e Aleksander del capitolo "120. solo un mostro."!!!

Se non vi ricordate che succede (ma dubito fortemente) andate un attimo a rileggerlo e poi tornate qua :3

Questo capitolo è venuto lungo una cosa come 4000 parole. Amatemi, dato che è qua tutto integrale e non diviso in due parti.

Od odiatemi perché vi ho lasciati a rosolare nell'angst, fate voi, a me va bene tutto <3.

Detto questo, buona lettura!



Aleksander si risveglia alle sei di mattina, le coperte strette in una mano e un forte calore addosso.
Alza leggermente la testa solo per sbatterla contro il cuscino.

Il suo cervello è stronzo.
La notte del giorno in cui come un perfetto idiota aveva baciato Giorgio, aveva dormito serenamente. E la mattina dopo, svegliandosi, aveva pensato di aver sognato tutto.

Ma poi il veneto l'aveva palesemente ignorato, creando sguardi confusi e interrogativi nei fratelli.
Non era stato un sogno.

Le notti dopo, invece, la sua mente aveva deciso fosse divertente pensarci ancora e ancora, finendo ogni volta per svegliarsi uguale.

Il ricordo di quelle labbra morbide contro le proprie, il sapore di lui sulla punta della lingua, il dolore sordo del rifiuto nel petto... e un'erezione in piena regola da gestire.
Quella mattina è esattamente così.

Sospira, fissando il soffitto senza interesse.
Come è arrivato a tutto questo?
Gli sembra di essere tornato indietro di secoli, quando ero stato travolto dal suo amore per Mila e aveva dovuto ricorrere a tutto il suo coraggio per dichiararsi.

Ma Mila e Giorgio sono così diversi.
Ormai il caro dalmato è solo un taglio doloroso se premuto, mentre ora come ora il veneto è uno sguarcio in piena regola sul ventre, lasciandolo morente con le budella penzolanti fuori.

E sono differenti anche di carattere.
Hanno entrambi certamente una forza e fierezza che semplicemente ti spinge a star vicino, come se loro creassero la gravità e non la Terra.

Però, dove Mila è stata come una roccaforte, bellissima e difficile da raggiungere, e una volta espugnata rivela ancora più bellezza, Giorgio è una marea.

Travolgente, impetuoso e imprevedibile, che ti avvolge in quel pericoloso e stupendo sublime romantico.
Ma nasconde dietro le sue onde minacciose e mortali una fragilità che Mila non aveva.

Non che non piangesse o non si disperasse, ma c'era sempre qualcosa di composto in lui che non si ignorava. Giorgio è solo emozioni allo stato puro, crude e contorte.

È per quello che l'ha baciato come se lo volesse e poi l'ha cacciato e ora lo ignora da oltre una settimana.
Non sono deficienti in casa, tutti l'hanno notato ma non hanno cavato niente.

Giorgio non si lascia avvicinare da nessuno e già prima era difficile se non era lui... E Aleksander non se la sente di mostrare quello che prova. Non sa come gli altri lo prenderebbero.

Ha apprezzato i tentativi dei suoi fratelli di parlare, ma erano invano. Soprattutto aveva gradito quelli di Bruno, che sembrava osservarlo e parlargli con una certa comprensione, più che compassione.

Ma non bastava.
Niente basta. C'è un buco nel suo animo e ha la forma di quella regione che tanto lo evita.

Si rotola nel letto e le sue parti vitali gli ricordano che ha problemi più concreti a cui pensare.

<Perché non puoi stare tranquillo?> borbotta Aleksander, rigirandosi a pancia in su. Sta iniziando a parlare con il suo cazzo, perfetto.

Si leva la maglietta e se la ficca in bocca per fare da isolante acustico. Abbassa, una volta che le mani sono libere, i pantaloni e i boxer e si masturba, tentando disperatamente di non andare a parare lì.

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