140. Regioni pervertite si cagano sotto

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N/A: voi non siete pronti per questo capitolo. Come si può intuire dal titolo, sarà cringe e con chiari riferimenti ad atti sessuali.
Lettori avvisati mezzi salvati.

Buona (?) lettura.



Rita la maggioranza delle volte indossa i suoi abiti tradizionali per due motivi: il primo, genuinamente le piacciono anche se alcune volte possono accaldarla molto; il secondo, le sembra di portare in giro e ancora più in vita un pezzettino della sua cultura di cui è estremamente fiera.

Ma non mancano le occasioni in cui veste più conforme alla moda, quando esce dai confini della loro casa è quasi d'obbligo, ed è quasi uno shock in senso buono vederla.

Sempre coperta da camice pesanti e gonne, nonostante non possano nascondere del tutto le sue forme, è all'opposto di come si veste per stare in mezzo agli umani: attillato, rivelante, quasi provocatorio.

Ha passato troppo tempo a sentirsi criticata per rifugiarsi in abiti larghi, anche se alcuni giorni quel vecchio odio e dolore torna e una debole insicurezza si insidia nella sua testa.

Beh, quello non è il giorno. Deve andare a fare la spesa con alcune altre regioni e ne approfittano per andare nei negozi di vestiario nel centro commerciale. Indossa un semplice top nero che delinea il suo prosperoso seno in tutta la sua bellezza. È abbinata ad una lunga gonna marrone con lo spacco, che lascia in bella vista una buona porzione delle sue gambe.

Giuseppe, quale povera anima persa per Rita da ormai troppi decenni, la ammira e rimira dalla sua posizione in soggiorno, pregando tutti i santi che il suo mini beppe non si svegli proprio in quel momento.

<Se la fissi un altro po' così ti farai decisamente sgamare con un'erezione.> lo punzecchia Francesca, sedendosi accanto a lui. Questo non le impedisce di guardarlo un po' male e, ad essere onesti, in modo decisamente ipocrita.

<Sto pregando anche io non accada, ma... non ce la faccio a toglierle gli occhi di dosso! È così bella!> ribatte Giuseppe, continuando a fissare imbambolato la sarda che ora sta parlando con Roberto.

Oh, il piemontese gli dà le spalle! Può odiarlo per via del calcio, specialmente quando la sua parte 'ultras' viene fuori in modo abbastanza terrificante, ma non può negare che è molto 'scopabile.'
Ha un bel sedere, che ci può fare?

<Ora cerchi di diventare strabico?> lo stuzzica ancora la toscana <Passi freneticamente da uno all'altra.>

Giuseppe ci mette qualche secondo ad elaborare una risposta: <Entrambi... stuzzicano piacevolmente... il mio occhio, come faccio a non guardarli?>

<Ora usi 'occhio' per dire 'cazzo'?> inquisisce Francesca, alzando le sopracciglia in finto stupore.

<Senti, anche a te piacciono tutti; non ci credo, ma neanche se me lo giuri, che non li trovi neanche un pochino attraenti!> si difende il campano, anche se tiene il tono moderato per giusti motivi.

<Chi ha mai affermato il contrario?> ghigna la toscana <Sono attraenti, potessi me li farei entrambi!, ma ahimè ci sono di mezzo forze maggiori.>

Giuseppe la guarda sbalordita qualche attimo, non pensando l'avrebbe ammesso così facilmente.

<Il fatto è che tu sei fin troppo palese.> lo rimbecca, sghignazzando <E devi stare attento a quello che pensi in pubblico, che se esageri ti si ritorce contro.>

<Tu questo tipo di problema non ce l'hai, ovvio che non capisci.> bofonchia lui.
<L'unico vantaggio di avere una vagina! Se sono eccitata, nessuno lo può vedere a prima occhiata. Infatti potrei anche star pensando se sia più allettante dominare Rita o farmi dominare da lei a letto e tu non lo potresti capire.> spiega la toscana.

<Lo stai facendo?> domanda Giuseppe.
<Sì, prima di risponderti. Sono entrambe delle belle opzioni.> scrolla le spalle <Lasciarmi dominare da lei è altamente intrigante, ma è altresì vero che mi piace avere il controllo della situazione.>

<Non farmici pensare!> si lamenta il campano, affondando la faccia tra le mani.
<Che c'è, ti lasceresti cavalcare da lei?> chiede lei.

<Certo! Specialmente se mi soffoca con le sue tette.> risponde, sempre con il volto tra le mani. Si costringe ad accavallare le gambe, facendo soffrire i suoi gioielli di famiglia, nella speranza di evitare il durello.

<È per questo che mi lascerei dominare. Non mi dispiacerebbe affatto venerarla per sapere che poi avrei addosso delle tette del genere.> acconsente lei.

<Possiamo smettere che altrimenti davvero qua qualcosa si sveglia?!> ribatte Giuseppe quasi supplicante.

<Vuoi parlare di Roberto? Oh, volentieri! Peccato che oggi non abbia indosso i miei preferiti tra i suoi pantaloni.> commenta Francesca, giochicchiando con una ciocca di capelli.

<Quelli della decathlon?> domanda.
<Devo dedurre che non sono la sola a preferirli?> chiede retorica la toscana.

<Scherzi?! Gli stanno fin troppo bene per essere legale! Quando ce li ha addosso, me ne lamento sempre con Michele e Mario e loro con me quindi diventiamo tre lamentosi eccitati da dei fottutissimi leggins.> spiega il campano.

<Anche loro sono messi come te?> chiede Francesca, vagamente stupita.
<Non tirarti fuori, anche tu sei messa male come noi!> protesta Giuseppe, alzando la testa.

Sbuffa e aggiunge: <Anzi, una domanda... Perché te lo vuoi scopare? Cioè, sì, il suo culo è bellissimo e infatti per me ha il miglior sedere esistente, ma almeno per me e Michele e Mario ha anche senso perché ce lo vogliamo inculare. Per te...?>

<Ti assicuro che alle donne interessano i culi degli uomini almeno quanto a voi uomini interessano i culi delle donne. O degli uomini, se vi piacciono anche loro.> spiega Francesca <Inoltre, in un'ipotetica scopata con lui, troverei il modo di toccarglielo sempre. E poi lo cavalcherei, mica gli lascerei il comando! È sempre tutto così... carino e dolce quando non viene tormentato, sarei curiosa di vederlo in preda all'eccitazione.>

<Ci ho già fatto abbastanza film mentali la sera, grazie, non ho bisogno di tu che me li rievochi.> commenta Giuseppe, tornando con il volto tra le mani.
<Film mentali o film mentali?> domanda lei, muovendo eloquentemente la mano qualche volta per la seconda opzione.

<Ti lascio indovinare.> risponde lui, guardandola torvo da in mezzo le dita.
La toscana ridacchia, tornando con lo sguardo sulle due regioni che entrambi si vorrebbero fare.

<Siamo dei pezzi di merda per pensare o dire questo cose?> domanda il campano.
<Finché non li vediamo come dei fratelli veri e propri... No? È come se fossimo un mucchio di gente costretta a stare nello stesso posto e chiamarci 'fratelli' o 'sorelle' per un bene superiore.> lo rassicura. Poi aggrotta le sopracciglia e aggiunge: <Messa giù così, sembriamo il cattolicesimo.>

<Ah, io non vedo come fratello o sorella nessuno dei due. Allora non sono un pezzo di merda!> si tranquillizza Giuseppe.

<Puoi continuare a pensarli in contesti ben diversi. E pure io posso.> commenta Francesca.

"Provate di nuovo a pensare a Roberto in quel modo in mia presenza e vi spacco le gambe." minaccia una voce nelle loro teste.

Saltano sul posto, il cuore a mille.
Fissano scioccati Rita, che accarezza i capelli di Roberto e lancia a loro un'occhiata fuggitiva.

"Di me non me ne può fregare niente, ma non dovete osarvi a toccare Savo." conclude, sempre con tono (?) minaccioso.

<Beh, allora andiamo.> nota la sarda a voce alta <Ciao ciao a tutti~.> ed esce, sorridendo dolce.

Ma le due regioni prima in modalità pervertita ora sono molto spaventate. Porca puttana, chi avrebbe mai pensato sapesse leggere nella mente?!


N/A: e niente, Rita e Roberto hanno una serie di simp al seguito ma la nostra adorata sarda non accetta la sessualizzazione del nostro ciecato preferito a sua insaputa.

Spero di non avervi cringiato troppo.

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