34. Aleksander e il tedesco

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Aleksander che ride é un po' una rarità, specialmente se lo fa con genuino gusto e non sghignazza crudelmente.

Per poco Giorgio non strabuzza gli occhi alla vista del friuliano ridere a crepapelle, piegato in due, con vicino un perplesso Bruno.

<Ma che caz-?!> borbotta avvicinandosi, evitando un attimo di andare in camera propria.
<Cosa minchia ha?> domanda il veneto a voce alta al trentino.

Questi alza un attimo gli occhi al cielo, esasperato internamente dai suoi fratelli perché più della metà paiono usciti da un manicomio.
Poi si decide a rispondere, cercando di usare le parole più giuste per non far sembrare la cosa più idiota di quel che é.

<Non lo ha mai detto perché sa che é ridicolo, ma non é la prima volta che succede…> introduce il biondo cenere.
Il più alto, già seccato perché non ha la risposta che vuole, fa: <Cosa? Va dritto al punto.>

<Aleksander ha un problema con me. Nel senso, ogni volta che parlo tedesco ride come impazzito.> spiega Bruno.
Veneto lo guarda confuso e incredulo, come c'era d'aspettarsi.

<Mi pigli per il culo?> chiede Giorgio e l'altro nega, scuotendo la testa. Il più alto comunque non cambia espressione.

Volge lo sguardo al fratello, che si sta finalmente calmando, guardandolo indagatore.
<Serio?> Giorgio domanda ad Aleksander.

Finalmente questi riprende fiato calmandosi totalmente e fa: <Eh?> dato che non ha ascoltato la conversazione.

<Ti sei messo a ridere come un coglione perché lui ha parlato crucchese?> il veneto domanda, indicando il biondo cenere a fine frase per indicare chi fosse il "lui" citato nella conversazione.

Il friuliano annuisce energicamente, ormai calmatosi totalmente.
<Ma hai i neuroni o te li sei fumati?!> chiede il più alto, confuso.

Ok, ogni tanto alcune parole tedesche lo fanno ridere (katsen é un esempio), ma giusto un attimo…
Ma ridere a crepapelle, mai e poi mai! Dubita che una lingua possa fargli quell'effetto.

<Non lo so! So solo che non resisto!> esclama Aleksander, spalancando le braccia.
<Vero.> si aggiunge Bruno, lo sguardo di qualcuno che palesemente sta sopportando un situazione fastidiosa con calma.

Al veneto il trentino fa un minimo di pena.
Se non é dietro a fare da muro e pacificatore fra Marie e Roberto, é coinvolto in qualcosa di ancora più idiota.

Ovviamente, la compassione di Giorgio é proprio minima minima. Non é caritatevole e comprensivo come il padre, neanche lontanamente.

<Ho anche provato a portarlo a Bolzano con me per vedere se era il mio accento e quello della mia gente a farlo ridere.> spiega il biondo cenere.

<Dalla tua faccia non ha avuto un esito felice.> afferma Giorgio.
<Esattamente. A quanto pare lui ride solo quando sono io a parlare tedesco.> constata Bruno.

<Mi sono dovuto sorbire una giornata nella patria dei mezzi crucchi per nulla!> si lamenta il friuliano.
Bruno lo guarda storto, ma davvero tanto storto, e Aleksander dopo un po' distoglie lo sguardo e borbotta qualcosa che lontanamente può essere definito un «Scusa».

Ma il trentino si fa bastare quello e smette con l'occhiataccia, facendo rilassare l'altro.
<Comunque io rido, secondo me, perché é proprio lui. Non so perché, ma forse i miei neuroni hanno fatto qualche collegamento stupido-> spiega il friuliano.

<-Quindi un tuo solito ragionamento> commenta Giorgio, interrompendolo, un sorriso furbetto in volto.

Aleksander ignora il fratello e conclude: <-e allora quando Bruno parla crucchese non posso fare a meno di ridere come se non ci fossero limiti.>

Giorgio annuisce ripetutamente, palesemente prendendo per i fondelli il più basso, e dopo qualche secondo di silenzio fa: <Sì, sì, ora ne ho la certezza assoluta, anche se non serviva. Sei un cretino.>

Aleksander lancia in protesta un «Ehi», bellamente ignorato dal più alto, che entra in camera propria.
<Beh, non ha tutti tutti tutti i torti, sai?> fa Bruno dopo qualche secondo di riflessione.

<Anche tu?> si esaspera teatralmente il friulano.
Bruno scrolla le spalle come se nulla fosse, gira sui tacchi e va giù per le scale.

Non ha bisogno di avere a che fare con una drama queen che, a quanto pare, retrocede a deficiente quando lo sente parlare in quella specifica lingua germanica.




N/A: molto corto, 100% idiota e 0 pretese.
N I C E

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