81. Vendetta

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N/A: 🚩piccolo disclaimer🚩
In questi giorni sono in vacanza dai miei nonni in Sardegna, ovviamente senza wi-fi quindi centillino i giga perché ci metto tempo 3 secondi a bruciarmeli, nonostante ne abbia 50.

Ciò comporta che pubblico a queste ore del cavolo perché sono ancora a casa, dove prende bene e ho tempo di rispondere, perché quando vado in spiaggia, sto in spiaggia a godermi il momento e provare ad abbronzarmi.

Perciò se non rispondo subito o pubblico ad orari scemi, non sono morta, al massimo mi sono dimenticata che in quel giorno dovessi pubblicare.

Ok, ora ho finito di rompere i ¾, quindi ecco qua un disegnino che non c'entra nulla con questo capitolo, ma ci sono tutti i membri della (traumatizzata) gang del Regno di Sardegna

Ok, ora ho finito di rompere i ¾, quindi ecco qua un disegnino che non c'entra nulla con questo capitolo, ma ci sono tutti i membri della (traumatizzata) gang del Regno di Sardegna

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I disegnini fatti sulla tazzina di Roberto dovrebbero essere dei dolci, anche se non si capisce bene, perché non so fare nulla.
Ma per il resto, sono fiera di questi chibi in tazzina.

Finalmente, buona lettura!


Roberto trattenne il respiro una volta raggiunto il corridoio in cui si trovava camera sua.
D'altronde, condivideva quella piccola ala della villa insieme alle tre sorelle: se fosse stato troppo rumoroso, sicuramente l'avrebbero sentito e non poteva farsi vedere.

Pensò di tirare un sospiro di sollievo quando aprì la propria porta, ma invece si spaventò talmente tanto che per poco non urlò.

Si prese "solamente" un silenzioso colpo al cuore, arretrò di qualche passo e diede le spalle alle tre sorelle, che lo aspettavano come Parche silenziose in camera sua, illuminata grazie lampade ad olio.

<Roby, dove sei stato? Mi hai fatto preoccupare.> si lamentò Marie, avvicinandosi al più alto e aggrappandosi al suo braccio.

<Per favore, niente abbracci.> le chiese il piemontese, ma senza molto successo, dato che lei non si mosse.
<Ci vuoi dare il culo o ti giri ed entri in camera tua?> chiese retorica Rosa.

<Siete voi che avete occupato camera mia. Se ve ne andate, io entro.> ribatté il ragazzo, dando ancora loro le spalle e incassando la testa nelle spalle.

Voleva solo starsene per i fatti suoi, chiedeva tanto?
Non era sua intenzione preoccupare le altre, al contrario...!

<Vuoi nasconderci qualcosa, Savo. E non lo accettiamo.> notò Rita, prendendo lo sposo per le spalle e costringendolo a voltarsi.

Il piemontese riuscì a liberare il braccio a cui la sorellina si era arpionata e nascose il viso, arretrando di un passo, tornando alla semi ombra all'ingresso ma non voltandosi.
No, no, assolutamente no.
Era penoso.

<Belìn, che hai?!> si scocciò la ligure, avvicinandosi. Nonostante la sua posizione di svantaggio, gli prese le braccia e premette in un punto in cui era certa ci fossero dei nervi.

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