171. Rosa piena piena piena di spine

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N/A: un altro po' di Marie e Rosa insieme perché fanno parte della squad Regno di Sardegna e quindi hanno qualcosa su cui legare e che le tiene vicine.
Essenzialmente questo è il capitolo delle "origini" della loro amicizia (circa, Rosa e amicizia in generale non vanno troppo d'accordo... per lei c'è più che altro tolleranza o, se sei molto fortunato, simpatia), quando la ligure era ancora ignara dei traumi versione Savoia.

Infatti per buona parte del capitolo verrà chiamata Andrea perché è il suo nome pre-Savoia. In questo capitolo si scoprirà anche perché ha scelto come nome uno femminile e delicato come Rosa.
Vi auguro una buona lettura!




Andrea gira sui tacchi e si dirige alla porta piena di furia, ignorando le voci che la richiamano.
Le guardie all'ingresso provano a sbarrarle la strada con le armi, ma le basta evocare le sue fidate falci per renderli innocui e vili come vermi.

Sorpassandoli e uscendo dalla stanza, sbatte dietro di sé il portone con forza, soddisfatta dal sentire la pesante struttura tremare. Forse capiranno che andarle contro è una gran cazzata.

Lei ha combattuto secoli per farsi valere tra le sue genti, se pensano che non lotterà anche lì per farsi rispettare, allora sono proprio-!

Interrompe la sua catena di pensieri perché sente la porta dietro di sé riaprirsi, molto più delicatamente questa volta, e dei passetti avvicinarsi.
Andrea allora aumenta il passo, ma chiunque la stia seguendo si velocizza a sua volta.

Allora la ligure si ferma e si gira, sguainando ancora una volta le falci e domandando prima ancora di vedere in faccia chi ha davanti: <Vuoi per caso morire?!>

<No, voglio solo parlare.> risponde Marie, mantenendo però una distanza di sicurezza da quelle lame affilate.
<E io non voglio.> replica Andrea.

<Ti prego, Andrea... Tu non hai ancora capito bene con chi hai a che fare.> l'avverte la valdostana, sospirando.
<Ti stai riferendo a te stessa? Perché se fosse così, non mi fa paura una mocciosetta viziata.>

Marie sbatte il piede a terra, seccata. Vuole solo aiutare quella testona, ma se non vuole capire con le buone, capirà con le cattive!

Evoca la sua balestra e scaglia due frecce con estrema precisione. Andrea sente un sibilo vicino alle orecchie, per poi sentire la pietra venire scalfita dalle punte delle frecce dietro di sé.

<Questa mocciosetta viziata non sarà ancora così gentile al prossimo tiro se non la ascolti, capito?> minaccia Marie, gli occhi ridotti a due fessure.

La ligure abbassa le armi, le fa sparire, incrocia poi le braccia davanti al petto e domanda: <Che lezioncina mi vuoi dare?>

<Non è una lezioncina, è un consiglio genuino: con i Savoia è meglio non scherzare. Possono rendere la tua esistenza un inferno e non lo dico tanto per. L'ho visto e lo vedo tutt'ora. Sulla mia pelle, su quella di Rita e pure su quella di Roberto-!>

<Con quello smidollato là se la prendono?!> la interrompe Andrea <Ma è il loro gioiellino bello industrializzato, secondo nella penisola solo a Lombardia->

<Esatto.> calca la valdostana <Sono dei pezzi di merda, ci trattano come pupazzi, dal primo all'ultimo. Con Roberto usano di più la carota che il bastone solo perché gli serve che il Piemonte sia florido. Io e Rita ci prendiamo il bastone e, al massimo, solo i rimasugli della carota. Lo faranno anche con te perché sei solo un po' di terra per far salire i loro numeri.>

<Allora perché dovrei ascoltarli, se tanto finirò nella merda come voi?> inquisisce l'ex repubblica marinara.

<Perché se farai la brava, useranno meno il bastone. Ti ignoreranno e basta, la tua vita si farà più semplice. Io ho fatto così. Mi sono creata una maschera che uso con loro e li lascio trattarmi come vogliono, ma almeno le mie genti non soffrono perché io ho deciso di fare la testarda contro qualcuno ben più potente di me.> risponde la più giovane.

<E questa tu la chiami vita?!> quasi sbraita la ligure <Per me no! Vita è fare quello che voglio, non recitare per salvarmi la pellaccia!>

<A nessuno di noi piace. Stiamo solo aspettando, per lo meno io e Rita, che le cose cambino.> ribatte pacata Marie.

<Cosa aspettate?> domanda Andrea, decisamente curioso.
<Che i Savoia vengano ammazzati come è successo a Luigi XVI e a Maria Antonietta in Francia.>

Andrea per poco non scoppia a ridere. Con una smorfia mesta in volto replica: <Non è servito a niente ammazzarli, ora è tornato tutto al suo posto: ci sono di nuovo i Borbone in Francia e io sono finita con voi per colpa di quella maledetta rivoluzione che è arrivata qua.>

<È perché i capi erano cambiati che tutto, alla fine, è tornato come prima. Ma non è come prima per davvero, pensaci. Metà Europa ha visto dal vivo cosa la rivoluzione vera è. Anche noi. Possiamo cambiare, se siamo abbastanza bravi. Per fare ciò, dobbiamo solo aspettare che l'Italia venga unita, come iniziano a reclamare i Savoia. Una volta unita, loro saranno concentrati su Nord e Sud Italia, non noi, e noi potremo pianificare come vendicarci. Ti piace come piano?>

<Ci sono tante ipotesi e pochi fatti.> critica Andrea, grattandosi il mento.
<Ti assicuro che è tutto quello che fa andare avanti me e Rita, dopo tutti i soprusi subiti.> replica Marie.

La ligure rimane in silenzio per lunghi secondi, per poi sospirare e decretare: <Voglio darti fiducia e appoggiarti. Se però vedo che non mi piace, io mi tolgo dal piano e faccio come voglio io, d'accordo?>

Marie si avvicina di qualche passo, allunga una mano e domanda: <Promesso?>
Andrea stringe la mano con vigore e asserisce: <Promesso.>

•~-~•

<Finalmente hai deciso che nome nuovo vuoi avere, Liguria?> domanda con malcelato disprezzo la regina di Sardegna.

<Sì e sono sicura che piacerà anche a voi: Rosa.> afferma con fierezza la ligure, un sorrisino stampato in faccia (e che a Marie fa presagire nulla di buono).

Il re sembra esultare internamente e chiede retorico: <Visto, era così difficile scegliere un nome più consono?>
<Rosa è proprio un nome delicato, sicuramente aiuterà ad addolcire il tuo carattere.> si aggiunge la regina, soddisfatta.

<Potete andarvene.> conclude il re, congedando le quattro regioni.
Marie ferma Rosa pena oltre la porta e inquisisce: <Ho visto il sorriso che hai fatto mentre dicevi il nuovo nome; c'è qualcosa sotto?>

La ligure, sempre con quella espressione in volto, replica: <Diciamo che li ho fregati, perché si sono immaginati la rosa sbagliata.>
<In che senso?>

<Loro hanno pensato solo al fiore nel senso dei petali colorati, delicati e profumati. Ma non è la rosa ha cui ho pensato io. Come tanti, dimenticano che la rosa ha lo stelo coperto di spine, chi più chi meno. Beh, io sono una rosa piena piena piena di spine, così piena che neanche pregare Gesù, Madonna e tutti i santi ti salverà dal sanguinare per colpa delle mie spine. Da lontano posso sembrare innocua perché sono bassa e una donna, ma una volta vicino chiunque può vedere che io non mi piego di fronte a niente e nessuno.>

Marie abbozza un sorriso, intenerita di fronte alla grinta che la ligure possiede, e commenta ironica: <E io che pensavo che fosse l'acronimo per qualche insulto.>
Rosa sghignazza e replica: <Oh, quello si può sempre aggiungere!>



N/A: vi piace come spiegazione? Ve lo aspettavate?
Fatemelo sapere nei commenti (e se volete lasciate pure una stellina che fa sempre piacere :3) e io vi ringrazio per essere arrivati fino a qui!

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