47. Musica e "musica"

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Vincenzo, con faccia assorta, suona la chitarra con maestria, pizzicando le corde con il plettro con delicatezza, quasi le corde fossero fatte di delicata seta.

Giovanna é placidamente appoggiata accanto a lui sul divano, ascoltando la musica allegra ma pacata, che la lascia coi nervi distesi.

Michele é coricato su un puff in modo totalmente scomposto, mentre canticchia con flebile voce un motivetto che si sposa col ritmo del brano suonato sul momento dal calabrese.

Tutti e tre sono come riportati indietro nel tempo, ad estati passate vicino al mare, o fuori da una precisa villa priva del padrone, solo loro regioni o, eccezionalmente, pure con Lovino.

E il ricordo porta solo una gioia semplice, difficile da provare per la prima volta nella nostra società, dove mai é abbastanza e si punta sempre più in alto.

Se non forse da bambini, dove il mondo é tutto da esplorare e momenti genuini e semplici paiono momenti fuori dal normale.

Per loro, infondo, é tornare ragazzini, eccezion fatta per Giovanna: lei era già una donna a quei tempi, praticamente, solo leggermente più giovane.
Lei era già nata pre-adolescente e fin da giovane ha accudito le altre regioni sotto costrizione di Impero Romano.

Ma, nonostante tale condanna sia poi diventato qualcosa portato avanti per amore, fa sentire pure la siciliana più giovane, più ragazzina, prima dell'arrivo di Romulus.

Il momento viene interrotto da una voce che, con boria, domanda sprezzante: <Cos'é questo strimpellio da due soldi?>

Si sporge totalmente in soggiorno e le tre regioni meridionali alzano la testa e aprono gli occhi.
Già si aspettavano Carlo contro lo stipite, ma non é lui.

Però ci sono andati vicino, per così dire, se si pensa alla regione per luogo geografico: é Giorgio.
Li fissa incuriositi e insieme sprezzante.

<Non é uno strimpellio, per tua informazione. Sto suonando una canzone molto semplice, non una per mostrare il proprio virtuosismo con lo strumento.> afferma con tranquillità Vincenzo, anche se i suoi occhi sono leggermente assottigliati.

Se c'è una cosa che non bisogna toccargli, quella é la sua chitarra e la sua abilità con essa. Ne é molto fiero e si ritiene un bravo chitarrista. E non accetta altre definizioni.

<E chi sei tu per giudicare?> domanda Giovanna, seccata che qualcuno mettesse in dubbio le abilità del fratello.
<Io, per tua informazione, so suonare la tromba!> afferma Giorgio.

<Come un professionista?> chiede il calabrese.
<Ecco, sto imparando!> si corregge il veneto, chiaramente imbarazzato dal dover ammettere questa sua mancanza.

Ma si riprende subito d'animo e aggiunge: <Ma ho un video nel cellulare che dimostra che sto imparando bene ed in fretta e che quindi ho il diritto di dire la mia in musica!>

<Ma tu sei un principiante, non hai una solida conoscenza degli strumento nel loro totale e nello specifico...! E la tromba é a fiato e la chitarra a corde, non é neppure lo stesso tipo di strumento...> ragiona a voce alta Vincenzo, provando a far valere la tesi sottintesa del «Tu non ci capisci un cazzo, quindi tieni il becco chiuso».

Ma Giorgio lo zittisce e si avvicina, sbloccando il proprio cellulare e scorrendo in basso nella galleria alla ricerca di quello specifico video.

Vincenzo lo fissa leggermente seccato, un broncio dipinto in volto.
Michele, invece, é curioso e si mette seduto composto, aspettando che il settentrionale trovi il video.

<Ah-ah, eccolo!> esclama Giorgio e lo fa partire, girando il telefono verso i fratelli.

E in fretta una musica sgradevole e impacciata esce dal dispositivo.
Subito il calabrese si copre le orecchie, orripilato da quei suoni per la maggioranza stonati.
La stessa cosa fa Giovanna, che impone: <Spegni subito, porca puttana!>

<Che stronzi, Dio can!> borbotta il veneto contrariato, fermando il video con un broncio in volto.
In quei momenti di leggero fastidio, con quell'espressione, ricorda Feliciano molto più di quanto si possa pensare a prima vista.

<Dai, ragazzi, siate supportivi, sta imparando! Capisco, Giorgio, anche io sto imparando a suonare, ma non la tromba! Sto imparando a suonare la batteria per come posso!> afferma Michele, in sostegno al fratello del Nord.

Giorgio alza un sopracciglio in stupore e chiede: <Davvero?>
<Già e anche io dovrei aver un video da qualche parte sul telefono! Ve lo faccio vedere!> propone il pugliese, prendendo il proprio cellulare.

<Son curioso di vedere se sei al mio livello!> commenta il veneto, avvicinandosi al pugliese, ma comunque mantenendo un minimo di distanze (é sempre Giorgio: lui e il contatto fisico indesiderato non vanno per nulla d'accordo).

<Sei al suo stesso livello?> chiede Giovanna, preoccupata.
<No, sono meglio!> afferma con boria il pugliese.
<Pft, vedremo!> ribatte il veneto.

Finalmente Michele trova il video e lo fa partire dal punto in cui inizia a suonare.
Un assordante fracasso esce dal piccolo dispositivo e subito Vincenzo si ripreme le mani contro le orecchie, per attutire il suono.

<Mh, bravino, ma mai quanto me!> commenta Giorgio.
<No, sono stupendo!> ribatte Michele.

<Siete orribili, entrambi!> esclama Giovanna esasperata.
<Nessuno di voi due ha idea di come si suoni. Entrambi create solo dell'orribile rumoraccio! Non siete a tempo né avete coordinazione sufficiente per far uscire un suono decente!> commenta Vincenzo esasperato.

<Non é vero!> si lamentano all'unisono le due regioni criticate.
<É vero eccome e ora venite qua se ne avete coraggio, mi avete fatto sanguinare le orecchie!> si altera la siciliana, togliendosi rapidamente una ciabatta e lanciandola ai due pessimi musicisti.

I due la schivano per un soffio e la guardano furibondi.
<Ma che cazzo, ma'?!> strilla Michele, scattando in piedi.
<Porco Dio, calmati! C'è modo e modo di esprimersi!> fa notare Giorgio.

Una seconda ciabatta viene lanciata verso di loro e questa volta il veneto non schiva in tempo e se la prende sul petto, emettendo un verso dal dolore.

<Vi conviene scappare prima che vi prenda! Perché ho anche una cosa chiamata mani e piedi e state tranquilli che quelli non si staccano!> minaccia Giovanna, alzandosi dal divano.

Puglia e Veneto si guardano negli occhi in un istante per poi, di tacito accordo, sfrecciare via, lontano dall'inalberata siciliana.

<MI AVETE ROVINATO LA MATTINATA TRANQUILLA E ALLORA ROVINO LA MATTINA A VOI!> afferma Giovanna, indossando velocemente le ciabatte e inseguendoli adirata.

Vincenzo rimane stupefatto seduto sul divano.
Scuote piano la testa e sospira sconsolato.

Sono proprio una gabbia di matti.

Casa Vargas- Le regioni d'ItaliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora