66. Fra ACE e fracasso

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Affinché Mario e Vincenzo vadano d'accordo non c'è bisogno di molto.
Basta un obbiettivo comune da tormentare e si alleano volentieri.

Il calabrese perde un po' della sua compostezza e il laziale si adatta ai piani dell'altro.

La sfortunata vittima finisce per essere, quel giorno, Carmela.
Ella, in quella calda giornata di fine maggio, voleva solo prendersi un po' di sole nel giardino di casa, ascoltandosi un po' di musica e canticchiandola.

Ma la pace é, ovviamente, una rarità in casa Vargas e pare sia sempre in corso una gara per chi crea il fracasso più memorabile.

Probabilmente il record lo detengono Giuseppe, Michele e Mario, se si tratta di scherzi.

Se si parla di costanza e fastidio, sicuramente la coppa va in mano a Roberto e Marie, perché i teatrini dei due si sprecano.

Se si vuole tenere conto delle reazioni e della "passione" che ci si mette nel creare tale fracasso, i vincitori finiscono per essere Aleksander, Francesca e Giorgio.

Ma, tornando a noi...

I due "piccoli" tormentatori vogliono irritare la lucana con un bel po' di rumore. Per questo, fanno una capatina in cucina a prendere pentole e mestoli, dove incrociano Maurizio, il quale si sta versando un po' di succo ACE.

Vedendoli armeggiare rumorosamente con le padelle e le pentole, cercando le migliori per i loro scopi, pondera se chiedere cosa vogliono fare.

Alla fine la sua curiosità ha la meglio e, mentre mette di nuovo in frigo il cartone di succo, domanda: <Perché state facendo tutto questo baccano? A che vi servono pentole e padelle? Sono le 5:00 di pomeriggio->

<Vogliamo fare uno scherzetto piccino piccino... spaventare Carmela facendo un bel po' di casino!> spiega Mario allegro, trovando una padella "perfetta" per i suoi scopi.

<Oh, poveri noi.> borbotta il marchigiano, bevendo un po' di succo.
<Ditemi dove fate il rumoraccio così so dove andare per restare in salvo.> aggiunge con voce chiara.

<Oh, andiamo in giardino. Puoi goderti la scena dalla finestra!> risponde il calabrese, indicando con un gesto vago una delle finestre nella stanza.

<Spero solo di non venire trascinato in mezzo alla questione se guardo.> commenta Maurizio.
<Nah, tranquillo.> lo rassicura Vincenzo.

<Io tranquillo al 100% non lo sono, ma va bene, vi lascio il beneficio del dubbio.> ribatte il marchigiano, andando verso la finestra ed aprendola totalmente.

Intravede avanti a sé la futura vittima dei due, beatamente stesa su una delle sdraio che tengono nel capanno, che ascolta musica con gli auricolari.

"Se la chiamo non mi sentirà, sicuro." "E, anche se sentissise, c'è un'alta probabilità che mi urli contro e si incazzi anche quando volevo aiutarla, no?" "In quel caso probabilmente anche quei due casinisti sarebbero in disappunto, mh?" sono i pensieri che passano per la testa della regione perennemente dubbiosa.

I due in vena di scherzi si dirigono fuori e, pentolame alla mano, vanno alle spalle della ragazza.
Ad un cenno della testa del più basso, iniziano a fare un gran fracasso con la pentola e la padella, buttandoci vocalizzi in mezzo tanto per far da contorno.

Carmela si spaventa e fa un ammirabile salto sulla sdraio, aprendo gli occhi di scatto e togliendosi quasi con violenza le cuffiette dalle orecchie.

Si gira, mentre si lamenta in dialetto, e li guarda con grande rabbia negli occhi.
<Si può sapere perché l'avete fatto, razza di idioti?!> domanda in una esclamazione, mettendosi in piedi, nonostante le gambe siano ancora addormente.

<Volevamo farti una sorpresa~!> ridacchia il laziale, un sorriso definibile solo "da schiaffi" in volto.
<E tenerti compagnia!> aggiunge Vincenzo con un piccolo ghigno.

<Gran bella compagnia, stronzi che non siete altro!> ribatte la meridionale, poggiando il telefono ancora in mano sulla sdraio e mettendosi meglio le infradito ai piedi.

É pronta a dare calci in culo o nelle palle. O sfogarsi in qualsiasi modo se quei due idioti dicono una parola di troppo che la fa scattare.

<Eddai, potevamo salutarti con dell'acqua e danneggiarti il cellulare, siamo stati anche gentili!> si difende Mario, come se questo potesse essere davvero una scusante.

<Non fare un cazzo e farvi i fattacci vostri era fuori questione?!> domanda retorica Carmela.
<Dopo un po' viene istintivo andare a combinare qualche scherzetto.> asserisce Vincenzo come se fosse una verità assoluta.

<Confermato da uno studio condotto ad Harvard, mh?> domanda ironico il marchigiano dalla finestra, da cui sente bene la discussione, dato che nessuno dei tre é davvero quieto.

<Harvard, Oxford e qualsiasi altra università da professoroni... Yale! Ecco! Anche da Yale.> risponde allegro il calabrese.

La lucana guarda la regione mollemente appoggiata al telaio della finestra e lo rimprovera: <Sei in combutta con loro due?!>

<No! L'ho saputo letteralmente due minuti fa, quando sono venuti a prendere la pentola, la padella e i cucchiai.> si difende Maurizio.

Carmela lo guarda torvo ed emette solo un: <Mh.>
<Sicuramente non li avrei potuti fermare, non avrei avuto materialmente il tempo di venire ad avverti lì e se avessi urlato da qua non era detto mi sentissi. E poi ti saresti arrabbiata con me!> aggiunge il povero marchigiano, innocente nella questione.

<Ok, su questo non posso negare.> asserisce la ragazza, facendo spallucce.
Poi torna a guardare i due colpevoli, che stavano provando ad andarle alle spalle per darle un altro spavento.

La lucana, intuendolo, strilla: <Oh, non ci provate, brutti stronzi!>
<Eddaiiiiiiiii~> si lamenta il laziale, facendo il faccino da cane bastonato.

<Non mi fai pietà, stronzetto! E vieni qua!> lo sfida lei, provando a saltargli al collo per strangolarlo.

Mario, con un urletto assolutamente virile, si scansa e inizia a correre, con ancora la padella e il cucchiaio.
Carmela prova a girarsi verso il calabrese, ma questi é già scappato in direzione opposta al compagno di scherzo.

<Vi prenderò, brutti stronzi!> minaccia lei, iniziando a correre in infradito, ciabattando rumorosamente, dietro Vincenzo.

Maurizio, finendo il bicchiere di succo, osserva la regione allontanarsi.
"Proprio buono l'ACE, meglio di quelli normali alla frutta. Quasi quasi ci mangio pure qualcosina" pensa il marchigiano, andando verso il frigo per versarsi un altro po' di succo.





N/A: sempre per la serie "Maurizio si fa i cazzi suoi e si gode le vicende da telefilm comico che accadono in casa".

E piccolo annuncino.

Preparatevi per il capitolo della prossima settimana, non avete idea di cosa il mio cervello idiota ha partorito.

Preparatevi per eccessivi livelli di idiozia e disagio :)

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