La giornata era uggiosa e non prometteva nulla di buono. Contrariamente a quanto era accaduto il giorno prima, che era stata una domenica di rara bellezza, il cielo era grigio, plumbeo e pesante; ottobre stava cominciando nel peggiore dei modi. Molti villeggianti, scoraggiati dalle condizioni meteorologiche poco favorevoli, avrebbero atteso ancora un paio di giornate, poi sarebbero ripartiti alla volta delle grandi città, probabilmente anticipando di qualche giorno l'odiato rientro. Sarebbe così iniziata la lunga attesa di un'altra calda estate.
Dave ed Ellen scesero dalla loro Volvo blu metallizzata. Appena fuori furono costretti ad alzare le lampo dei loro piumini, per ripararsi dalle gelide folate di vento. I grandi alberi nodosi, diligentemente ordinati in fila indiana su entrambi i lati della Hoover Street, ondeggiavano ritmicamente i loro rami, ricordando un'antica e folcloristica danza tribale.
Ellen precedeva di qualche passo il marito. Si diresse verso la bassa casa gialla, pochissimo distante da dove avevano lasciato l'auto. Si trattava della casa in cui lei aveva vissuto per tanti anni e di cui serbava ancora bellissimi ricordi.
Sulla targhetta appesa alla porta di ingresso era riportato ancora il cognome del padre di Ellen, nonostante l'uomo fosse rimasto vittima di un incidente stradale circa sette anni prima.
Quella disgrazia per l'intera famiglia fu un duro colpo: la signora Ljungberg era molto legata al marito, Ellen lo aveva assunto a suo punto di riferimento e la piccola Dolly aveva da poco superato gli undici anni.
Jonathan Ljungberg era stato una persona tenace, intelligente e dedita alla famiglia, quella famiglia per la quale aveva sempre lavorato sodo. I suoi valori morali erano stati semplici e puri. Pretendeva che alle figlie non mancasse nulla, al fine di garantire loro una buona crescita; in cambio chiedeva rispetto, comprensione per la fatica quotidiana dei genitori ed affetto. In breve, il classico padre modello.
Il signor Ljungberg se ne andò in una fredda e bianca serata di inizio dicembre. Quel giorno la neve era scesa copiosa sin dal primissimo mattino, creando su qualunque strada uno spesso strato di neve fresca, che si era ghiacciata nel tardo pomeriggio a causa dell'abbassamento vertiginoso della temperatura. Jonathan era sempre stato un buon guidatore. Nonostante ciò, per quella sera la protezione civile sconsigliava vivamente a chiunque di mettersi in strada, se non strettamente necessario. Proprio quello stesso giorno, Jonh (cosi lo chiamavano gli amici e la moglie) si era dovuto fermare sul posto di lavoro un paio d'ore più del previsto, per una banale quanto inutile riunione aziendale di fine anno. Molti, quel giorno, neppure si erano mossi dalle loro abitazioni per raggiungere la sede lavorativa; quasi tutti coloro che con tenacia si erano invece avventurati nell'abbondante nevicata, alle prime ore del pomeriggio imprecavano nel tentativo di tornare a casa. Ma questo non era certo lo stile di Jonh.
STAI LEGGENDO
UN DOLORE OSCURO
HorrorLibro selezionato per la pubblicazione con DZ EDIZIONI di Roma. www.dark-zone.it https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=giuseppe+calzi Vincitore del premio Debutto di...