Il viaggio di ritorno verso Greenville si concluse in modo rapido, troppo rapido. Durante il percorso Dave meditò rabbioso sulla crudele drammaticità con la quale il tempo scorreva, indifferente alla vita, impermeabile alle sensazioni umane. Secondo il signor Metzelder, il tempo aveva una gran fretta, trepidava all'idea di fare del male, di rapire vite, di rompere rapporti stupendi come il suo con Ellen. Lo scorrere incessante dei secondi, dei minuti, delle ore, sarebbe rimbombato impietoso nel suo cervello per il resto della sua vita, risvegliando ogni giorno di più un dolore asfissiante.
Sull'onda di questi tenebrosi pensieri, Dave ed Ellen giunsero a casa di Dolly e Dorothy. Quando sulla porta di ingresso di casa Ljungberg, comparve la giovane Dolly, la sorella maggiore chiese:
<<Ciao. Anche la mamma è a casa?>>
La più piccola delle due sorelle si ritrovò confusa. Perché quella domanda? Perché, tanto per cominciare, nessuna menzione del loro viaggio? La donna che le si presentò di fronte era diversa, non era la solita Ellen. Non era da lei avere un'aria così distrutta.
<<Sì>>, fu la risposta di Dolly.
Dave intervenne, facendo la sua parte:
<<Dobbiamo parlarvi.>>
Il silenzio che ne seguì e lo sguardo stanco e tirato dell'uomo furono eloquenti.
Le sensazioni che Dolly aveva esternato nel giorno della partenza della sorella e del cognato alla madre, si dimostrarono fondate: Dave ed Ellen dovevano avere un grande problema.
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UN DOLORE OSCURO
HorrorLibro selezionato per la pubblicazione con DZ EDIZIONI di Roma. www.dark-zone.it https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=giuseppe+calzi Vincitore del premio Debutto di...