PARTE TERZA - Capitolo 8 (XVII, prosegue...)

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   Questi furono solo alcuni degli interrogativi che si insinuarono prepotenti nel cervello di Dave, prima aprendosi un minuscolo varco e poi scavando sempre più a fondo, con un'insistenza estenuante. Senza un attimo di sosta continuarono a susseguirsi ritmicamente, martellanti, per un tempo che al signor Metzelder sembrò durare anni, secoli, millenni. La sua mente era una sorta di centrifuga impazzita: pensava ai tre dottori morti, cercava poi di scacciare le inquietudini che ne derivavano, ma poi tornava sempre al punto di partenza.

   Erano passati solo poco più di cinque minuti da quando aveva dato da mangiare ad Ice ed It.

   Lui fissò loro, e loro lanciarono un'occhiata di gratitudine a lui. I suoi occhi li stavano guardando, ma la sua testa era lontana anni luce da quella cucina.

   Una mente debole, provata. Tutto qua.

   Ad ogni cosa la sua soluzione.

   Ogni pezzo del puzzle parve incastrarsi con precisione, senza lasciare spazi vuoti, senza abbandonare nulla al caso.

   Ma chi garantiva al signor Metzelder, a quell'uomo già distrutto dalle prove della vita e privo, ancora giovane, del conforto e del calore che solo l'amore può dare, duramente provato fino in fondo all'anima, che non stesse giocando con il puzzle sbagliato?

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora