PARTE SECONDA - Capitolo 9 (VI, prosegue...)

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   Probabilmente la grandiosità della costruzione doveva rappresentare e simboleggiare l'importanza del fondatore, Trevor Daniels, tuttora direttore e primario. Se questo voleva essere l'obiettivo, chiunque avesse progettato interni ed esterni del complesso si poteva reputare soddisfatto: nell'atrio dell'ingresso principale, nel mezzo, dominava una statua del dottor Daniels, realizzata a misura d'uomo. Sul piedistallo che la innalzava imponente, una targa spropositata riportava vita e miracoli (morte non ancora) di quel medico.

   L'espressione del volto della statua era fiera, attenta, acuta. Tutto lì attorno dava l'impressione di essere nuovo. Quell'ospedale non poteva essere stato inaugurato più di cinque o sei anni prima.

   <<Mi scusi. Posso essere di aiuto?>>

   Una giovane ragazza dal tipico accento locale attirò l'attenzione di Ellen, mentre Dave era ancora troppo impegnato a leggere e valutare i meriti di Trevor Daniels. Ellen rispose, con un sorriso cordiale:

   <<Certamente, grazie. Abbiamo un appuntamento con il dottor Daniels. Dove potremmo trovarlo? Noi siamo i signori Metzelder.>>

   <<Vi prego, attendete un attimo. Torno subito.>>

   La giovane si allontanò, diretta verso una moderna e sofisticata postazione telematica.

   Nel frattempo Dave commentò scettico:

   <<C'è abbastanza da scriverci un libro, qui.>>

   Ellen notò la ragazza già di ritorno.

   <<Il dottor Trevor Daniels è per il momento impegnato in un seminario urgente. Dovrete attendere almeno mezz'ora. Durante l'attesa, potrei illustrarvi il funzionamento del nostro centro, che non è solo un luogo di cura, ma è soprattutto una struttura di ricerca...>>

   Fu un insopportabile monologo stressante di un'ora abbondante. Era sorprendente quanto fiato potesse avere in corpo quella ragazza. Dave, che durante il viaggio aereo era riuscito a moderare la sua tensione, ora contraeva nervosamente i lineamenti del volto.

   Quando persino Ellen, la cui pazienza surclassava senza dubbio quella del marito, sembrò indispettirsi, il cellulare della dipendente della clinica squillò. Dalla risposta che ne seguì, i Metzelder compresero che il supplizio era giunto al termine.

   Eppure, qualcosa di ben più spiacevole stava per accadere.

   <<E' il dottor Daniels, chiede se non potete tornare un altro giorno. Si sente particolarmente provato a causa della riunione appena terminata.>> Il sorriso della dipendente della clinica risultò ipocrita e del tutto inopportuno. Probabilmente era stata istruita a sorridere, sempre e comunque.


UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora