PARTE SECONDA - Capitolo 3 (I, prosegue...)

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   Dolly seguì distrattamente con lo sguardo la sorella ed il cognato, che si avviavano uno accanto all'altro verso la loro macchina, cercando di ripararsi alla meglio dalle rabbiose folate di vento. Poi richiuse la porta di ingresso, sfregandosi freneticamente le braccia con le mani, nel tentativo di allontanare il freddo appena patito.

   Notò con tenerezza che con il matrimonio e con il passare del tempo, i due là fuori non avevano perso una delle caratteristiche più belle che li contraddistingueva: in ogni circostanza, se ne avevano la possibilità, si tenevano per mano. Anche in un breve tragitto come quello dalla porta di casa all'auto, Dave ed Ellen si stavano tenendo per mano. Era veramente bello vederli assieme.

   Il suo pensiero scivolò lentamente verso Mike, anche lui piuttosto tenero ed affettuoso, con il quale aveva un rapporto da poco più di un anno.

   <<Dolly, a che ora arriva Mike?>>, la interrogò la madre, come se in realtà sapesse che la figlia stava pensando al fidanzato. Nel frattempo Dorothy stava trafficando rumorosamente con le tazze sporche sul tavolino del salotto.

   <<Tra un paio d'ore, circa. Perché me lo chiedi?>>

   <<Stavo pensando ad una cosa... Poi, avete intenzione di rimanere qui per cena? Oppure cenereste fuori? Avete magari intenzione di andare a casa di Dave ed Ellen?>>

   <<Non ne ho idea, non abbiamo ancora deciso cosa fare per questa sera.>>

   La ragazza si avvicinò alla madre e si offrì di darle una mano. Così sollevò il vassoio delle tazzine e lo portò nel lavello in cucina. Quando ebbe depositato il carico, tornò in salotto e chiese:

   <<Avevi qualche programma?>>

   <<Beh, pensavo di andare a trovare la signora Govou oggi pomeriggio, e poi di strare da lei anche a cena. Sai, è a casa da sola, con quella gamba ancora indolenzita... non pensare assolutamente che non vi voglia qui ma... potreste approfittare della casa di tua sorella...>>

   Dorothy si accorse di essere andata ben oltre le sue intenzioni, quindi decise di correggere il tiro; si girò verso la figlia, la guardò con aria seria e concluse:

   <<... approfittarne sì, ma non troppo, inteso?>>

   Lo sguardo che la madre rivolse a Dolly era un misto di intesa e di rimprovero, il tutto condito da un pizzico di imbarazzo. La figlia colse l'intenzione di quella occhiata.

   <<Mamma?! Cosa stai dicendo?>>

   Dopo un attimo di silenzio impacciato, la ragazza si convinse che sarebbe stato un imperdonabile errore lasciarsi sfuggire un'occasione come quella. Quindi comunicò alla madre la sua decisione:

   <<Comunque okay. Se anche a te va bene, penso che Mike non abbia nulla in contrario.>>

   Affare fatto. La serata si prospettava molto interessante.

   Dopo qualche minuto di silenzio in cui madre e figlia continuarono a sistemare ciò che ancora c'era di poco ordinato in casa, Dolly raggiunse Dorothy, che nel frattempo si era spostata in camera sua. Per un lungo istante esitò, incerta sulla fondatezza dei suoi dubbi, poi domandò a bruciapelo:

   <<Che impressione hai avuto?>>

   <<A proposito di cosa?>>

   La figlia notò nella madre un senso di perplessità, incomprensione e curiosità. Fu un insieme di emozioni vere, pure, genuine: probabilmente Dorothy non aveva notato nulla di insolito. Probabilmente in famiglia avevano ragione, il rapporto tra Dolly ed Ellen aveva sempre avuto qualcosa di particolare, come una marcia in più rispetto ad altri rapporti. Alle due sorelle spesso bastavano dei piccoli particolari, cogliere quel qualcosa di diverso dal consueto per capire rapidamente le sensazioni l'una dell'altra.

   <<A proposito di Ellen e Dave.>>

   <<Perché mi fai questa domanda? Che impressione avrei dovuto avere?>>

   <<Non saprei, ma ci sono alcune cose che non mi quadrano.>>

   Dolly interruppe lì il suo discorso, allo scopo di riuscire a suscitare sempre più curiosità nell'interlocutore: conosceva bene quali tecniche usare per attrarre la madre.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora