PARTE SECONDA - Capitolo 3 (II)

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   Così fu. Ovviamente aveva colto nel segno, aveva catturato completamente l'attenzione di sua madre. Dorothy incitò con un gesto eloquente del capo la figlia a proseguire.

   <<Spiegati, sono curiosa.>>

   <<Come prima cosa, non rientra nelle abitudini di Dave accettare un lavoro così urgente da doverlo mobilitare da un giorno all'altro. Supponiamo però che questa situazione possa essere vera e Dave l'avesse accettata: perché non ha allestito una videoconferenza da casa sua, o qualcosa del genere? Non sarebbe certo la prima volta che si fa recapitare documenti importanti su cui lavora a lungo nel suo studio e poi usa la videoconferenza attraverso internet. Voglio dire, è solo un esempio. Chissà quali altre diavolerie migliori avrebbe saputo utilizzare.>>

   La madre aggrottò la fronte, dubbiosa riguardo alle considerazioni di Dolly.

   <<Cosa ne sai tu di come funziona il lavoro di Dave?>>

   <<Va bene, non ti arrabbiare mamma. Passiamo alla seconda questione che mi suona un po' strana.>>

   Nel frattempo Dorothy si era seduta di fronte al grande mobile a specchio, appena a fianco del letto, ed aveva iniziato a pettinarsi i soffici e lunghi capelli. Capelli che però, negli ultimi anni, avevano cominciato a perdere il loro colore naturale: il peso del tempo si stava facendo sentire.

   Dolly riprese il discorso, guardandola in un gioco di riflessi attraverso lo specchio:

   <<Per una sola settimana di assenza avrebbero anche potuto chiudere casa senza affidare a noi il compito di darle un'occhiata di tanto in tanto. Non credi? Con i sofisticati allarmi di cui è dotata... Probabilmente neppure loro sanno, almeno approssimativamente, per quanto tempo resteranno fuori.>>

   Dorothy nel frattempo continuava i preparativi per uscire, pensando a quanto fosse osservatrice la figlia. Quella caratteristica era sempre stata una peculiarità di Jonathan. L'acume e lo spirito di osservazione di Jonh avevano sempre sedotto ed incantato la signora Ljungberg, e sicuramente non erano passate inosservate alle figlie. Sia Ellen sia Dolly erano molto acute nel valutare qualsiasi sottigliezza all'interno dei discorsi in cui erano coinvolte. Risultava ovvio ed evidente che non sempre quella caratteristica era apprezzata dagli altri: le deduzioni delle due sorelle, troppo spesso toccavano da vicino la realtà.

   Poi Dolly riprese:

   <<Queste due deduzioni mi sarebbero state completamente indifferenti, se non avessi notato un'ultima cosa, una cosa forse non molto evidente a prima vista.>>

   Effettivamente, fino a quel punto Dolly non aveva aggiunto granché a quanto non avessero già espresso Ellen e Dave durante la loro precedente conversazione. Poi, sul suo giovane volto si disegnò un'espressione di leggera preoccupazione.

   <<Non hai notato anche tu che Ellen sembrava un po' giù di corda? Poi c'è stato un momento in cui Dave mi è apparso abbastanza agitato, distratto. Insomma, mi sono sembrati entrambi parecchio stanchi e nervosi... preoccupati è la parola giusta.>>

   La madre ripercorse lentamente tutti i discorsi, le parole e gli atteggiamenti della figlia più grande e di suo marito, confermando tacitamente che il ragionamento di Dolly non era da considerarsi privo di fondamento.

   <<Secondo me, Dave ha ricevuto un incarico molto delicato, qualcosa di importante e di urgente a cui non poteva dire di no... una grossa azienda... una commissione che frutta bene, che non vuole assolutamente lasciarsi sfuggire... e quindi porta con sé Ellen. Molto probabilmente questo è un lavoro di alta responsabilità, quindi al momento rappresenta una preoccupazione sia per lui, sia per lei>>, propose Dorothy, che nel frattempo si stava spostando con aria indaffarata in cucina.

   Dolly colse la palla al balzo:

   <<E' proprio questo il punto a cui volevo arrivare. Spero che questa faccenda, di qualunque cosa si tratti, non rappresenti per loro un problema...>>

   ...proprio così, sempre che la faccenda in questione sia proprio questa...

   <<... o che magari non ci stia dietro qualcosa di più.>>

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora