La donna, dal forte accento europeo, attese un cenno affermativo dai due nuovi arrivati, che non tardò a manifestarsi. Ellen annuì, permettendo alla bruna di proseguire:
<<Bene, io mi chiamo Susan e sono la segretaria personale del dottore. Tra non molto vi raggiungerà; per il momento vi accomoderete nel suo ufficio. Durante questa breve attesa, desiderate qualcosa? Abbiamo del caffè, del latte, della cioccolata e anche del tè... insomma, c'è un po' di tutto.>>
<<No, grazie.>> fu la risposta.
Susan davanti, Ellen dietro e Dave a chiudere la fila, oltrepassarono un paio di corridoi che immettevano in altrettanti saloni, tutti identici a quello che fungeva da ingresso. Poi, di fronte ad una porta diversa per stile e dimensioni dalle altre, la segretaria si fermò e ne indicò il varco.
<<Prego accomodatevi. Se avete bisogno di qualcosa, mi trovate nell'ufficio qui di fronte. Arrivederci.>>
Accoglienza a dir poco festosa, commentò infastidito Dave.
Entrarono in quello che, più che un ufficio, sembrava una biblioteca. Centinaia, forse migliaia di volumi, erano ben catalogati in ampi scaffali quasi dovunque: le pareti ne erano tappezzate dall'inizio alla fine.
<<Come va tesoro?>> Dave porse questa domanda alla moglie, nonostante ne conoscesse già la risposta. I due si conoscevano troppo bene: uno sguardo sarebbe bastato.
<<Non posso nascondere che sono nervosa.>>
Eccome se era nervosa. Dal tono con cui gli rispose, il marito misurò l'alto livello di agitazione della donna.
Fortunatamente quella tensione non durò troppo a lungo. Il dottor Roger Leopold fece il suo ingresso nell'ufficio, da un'altra porta rispetto alla quale erano entrati Dave ed Ellen. Le presentazioni furono veloci ed informali; il medico cercò il più possibile di mettere a loro agio i suoi interlocutori, per poi attaccare con la parte prettamente specialistica dell'incontro. Svolgeva quel lavoro da un numero considerevole di anni, eppure ogni volta era difficile anche solo iniziare.
<<Voglio essere schietto con voi, come del resto in ogni altro caso che io abbia considerato e valutato...>>
Ottimo inizio, considerò Dave indurendo i lineamenti del volto. La mascella si contrasse e si rilassò nervosamente più volte. Avvertiva qualcosa in quelle parole inaugurali, qualcosa di sinistro, qualcosa che di certo non lo confortava. Però poteva anche essere solo un falso allarme. Bisognava attendere.
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UN DOLORE OSCURO
HorrorLibro selezionato per la pubblicazione con DZ EDIZIONI di Roma. www.dark-zone.it https://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&url=search-alias%3Daps&field-keywords=giuseppe+calzi Vincitore del premio Debutto di...