PARTE TERZA - Capitolo 8 (XXII)

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   Si avviò con passo lento e monotono verso la sua tana, quella sagoma nera che per Dave fungeva da fulcro del suo universo. Prima di oltrepassare la soglia della cucina, la sua concentrazione già allentata dalla stanchezza e dalle fitte alle tempie scivolò sui cani.

   <<Ragazzi, ci vediamo più tardi. Cercate di non combinare casini, mi raccomando.>>

   In tutta risposta Ice ed It si passarono quasi simultaneamente le lingue rugose ed umide tutt'intorno alle possenti mascelle, sul muso peloso. Non erano passati altro che pochi minuti da quando Dave aveva assegnato loro le rispettive porzioni, eppure le ciotole apparivano già semivuote.

   Il salotto riprese ad avvicinarsi, un passo dopo l'altro. La luminosità velata della giornata penetrava ancora le imponenti vetrate di casa Metzelder, proponendo all'ambiente interno un'immobilità ipnotica, vagamente surreale. Dave ebbe per un attimo l'impressione di trovarsi sulla scena culminante di un thriller, in cui il tranquillo, disponibilissimo e simpatico vicino di casa si fionda sull'inconsapevole vittima, cogliendola all'improvviso alle spalle e spezzando quell'incantesimo di falsa tranquillità, in un isterico crescendo di trepidazione.

   Sorrise, si sentiva completamente partito per la tangente. Per quella mattina, l'immaginazione di Dave aveva fatto fin troppi straordinari. Era giunto il momento di darci un taglio, di imporle un freno. Adagiato in posizione orizzontale sul comodo divano, si inabissò in un sonno profondo, silenzioso, distaccato da tutto il resto.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora