PARTE SECONDA - Capitolo 13 (IX, prosegue...)

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   Istintivamente il marito indietreggiò a protezione della moglie, indifesa come non mai in quel momento. Non vedeva molto in quella fitta oscurità, semplicemente si orientava sulla base di quanto già conosceva della stanza. Non sapeva ancora in che modo, e soprattutto con quale mezzo, ma di sicuro non avrebbe permesso a nessuno di farle qualcosa.

   Poteva essere stato uno scherzo.

   Ma quale idiota potrebbe fare una cosa del genere in un momentaccio come questo?

   L'aria si fece improvvisamente rarefatta, irrespirabile, invivibile, sembrava che l'ossigeno cominciasse a scarseggiare. Con prontezza Dave staccò il congegno per l'erogazione di ossigeno dall'apposita botola sopra il letto di Ellen, posizionandone la mascherina di gomma trasparente sul volto della moglie.

   Dave Metzelder faticava a respirare anche perché l'atmosfera tutt'attorno si stava ghiacciando velocemente. Quasi per caso, roteando lo sguardo confusamente lungo la stanza, la sua attenzione si concentrò all'angolo opposto rispetto al punto in cui si trovavano lui e il letto su cui giaceva apparentemente ignara ed insensibile Ellen. Nell'oscurità sforzò la vista e colse qualcosa che poteva essere fumo o nebbia, salire dal pavimento. Il buio si era fatto molto meno denso. In un secondo momento ipotizzò che poteva essere anche del vapore, come se tutto quel poco che rimaneva del calore del locale si fosse raccolto in quel punto.

   Faceva freddo, molto freddo.

   Poi in breve il vapore, come guidato da una corrente ascensionale, si levò da terra, per poi serpeggiare orizzontale per tutta la stanza. Ora la temperatura, anche nel punto in cui si era immobilizzato Dave, aveva recuperato qualche grado.

   In quel momento però l'intero locale era saturo di quella leggera nebbia tiepida.

   Dave non aveva la più pallida idea di che cosa stesse capitando.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora