PARTE SECONDA - Capitolo 2 (II, prosegue)

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   La notte era così scesa insidiosa su tutte le strade dello stato.

   La dinamica dell'incidente non fu mai chiarita completamente. In sostanza i verbali della stradale sostennero che Jonathan Ljungberg sbandò, uscì di strada e la sua Ford rossa si schiantò contro un albero lungo la statale Connect, un'ampia arteria stradale così chiamata in onore del delicato compito a cui asserviva: era una delle connessioni più importanti della regione, un raccordo che raggiungeva quasi un centinaio di cittadine, tra cui anche Greenville.

   I soccorsi non furono per nulla tempestivi, situazione ampiamente giustificata dalle pessime condizioni metereologiche, che nel frattempo erano ulteriormente peggiorate. Gli addetti ai lavori giunti sul posto non poterono fare altro che costatarne il decesso. A Greenville raccontarono che la scena che si presentò agli occhi dei soccorritori fu estremamente raccapricciante, ma fortunatamente i particolari non giunsero mai alle orecchie della vedova.

   Quando il padre perì, Ellen aveva da poco conosciuto Dave. L'incidente avvicinò ulteriormente la copia; anche Dolly assunse il giovane Dave Metzelder come nuovo modello, nel tentativo di reagire alla scomparsa prematura della figura paterna. Ellen aveva dalla sua la maturità per affrontare questo scoglio, ma la sorella più piccola dimostrò una grinta ed una forza d'animo non indifferenti in una ragazzina della sua età.

   Poi arrivò il matrimonio tra Ellen e Dave, e quindi in quella bassa casa gialla rimasero Dolly e sua madre Dorothy. La signora Ljungberg, contrariamente alle figlie, reagì molto male a quella disgrazia, almeno in un primo momento. Con il tempo, superò l'ostinato e disperato isolazionismo in cui si era rifugiata, fino a tornare ad una vita "normale".

   Ellen allungò la mano per suonare il campanello, e con le dita sfiorò quella fredda targhetta su cui resisteva ancora a grandi lettere:

JONATHAN LJUNGBERG,

FAMIGLIA LJUNGBERG

   Come un potente flash fotografico, abbagliante come un lampo in una buia notte tempestosa, nel cervello di Ellen comparve la figura alta e snella del padre che le tendeva le braccia, in una sorta di affettuoso benvenuto.

   Altrettanto traumatico fu il risveglio da quella sorta di visione. Il leggero ed appena percettibile scatto della serratura della porta che le stava di fronte, risuonò nella sua testa come dinamite.

   Il marito alle sue spalle le accarezzò il collo:

   <<Tutto bene amore?>>

   Attimo di esitazione, poi:

   <<Si, tutto ok, stavo solo...pensando.>>

   ... che brutti scherzi può giocare una mente stanca e spaventata, concluse perplessa nel suo subconscio.

   Quando l'uscio si aprì, comparve il giovane volto di Dolly, dai piacevoli lineamenti che ricordavano molto quelli della sorella più grande. Dai suoi occhi azzurri trasparivano sensazioni contrastanti: felicità nel rivedere Ellen e Dave (era passato parecchio tempo dalla loro ultima visita), ma anche curiosità per ciò che erano venuti a chiederle. Non poteva che essere così: dai loro sguardi traspariva una qualche urgenza da portare a termine.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora