PARTE SECONDA - Capitolo 2 (IV, prosegue...)

900 158 28
                                    

   Poche ore prima, Dave aveva contattato telefonicamente tutti i migliori esperti oncologi del paese: erano una dozzina, dislocati in diversi stati. Era caparbiamente riuscito a convincerli che la situazione della moglie fosse particolarmente grave ed i tempi erano disperatamente brevi. Aveva strappato a tutti loro un appuntamento ed un consulto privato: nel giro di una settimana, lui ed Ellen avrebbero valutato tutte le opinioni del caso ed insieme avrebbero deciso come procedere. Era necessario agire rapidamente, mantenendo le idee chiare e i nervi saldi.

   Moglie e marito avevano quindi concordato che tuttociò non sarebbe dovuto trapelare dai loro discorsi a Dolly e Dorothy.

   <<Naturalmente, se non sono troppo invadente, potrei saperne il motivo, oppure...?>>, domandò Dolly incuriosita.

   Fu il turno di Dave:

   <<Se ricordi, prima ti avevo detto che in questo periodo ero pieno di impegni. Ho una consultazione urgente... urgentissima, dovrei starmene via per un po'>>, si interruppe e sorrise in modo tenero verso la moglie.

   Poi riprese, sempre sorridendo:

   <<Sapete che non mi piace per niente stare lontano da Ellen, a maggior ragione per così tanto tempo. Quindi abbiamo concordato che staremo via insieme.>>

   <<Una specie di vacanza lavoro direi.>>, concluse.

   Dorothy sorrise coinvolta e si scusò per l'invadenza dell'altra figlia:

   <<Scusate non sono affari nostri.>>

   <<Non preoccupatevi, è lecito che sappiate. E poi non c'è nulla da... nascondere.>>, ammiccò Dave.

   Bugia, bugia assoluta. Stronzata assurda. Eccome se c'è qualcosa da nascondere. Mia moglie sta... potrebbe morire, ed io me ne sto qua tranquillo a scherzare... Dio come mi odio, mi sento stupido, inutile... L'uomo si morse nervosamente il labbro, nel tentativo di cancellare dalla mente quelle ultime considerazioni.

   Fu così che le immagini nella sua testa mutarono. Non scomparvero, semplicemente si trasformarono. Le voci dei presenti si fecero lontane.

   Dave vide un'ombra balenare nella sua mente; la vide muoversi furtiva ma veloce. Era inconsistente ed opaca; sembrava possedere le sembianze di un felino, qualcosa di minaccioso. Lui la osservava come uno spettatore esterno, la vedeva aggirarsi per il suo cervello, che aveva assunto le sembianze di un intricato labirinto grigio. Quella cosa si districava con movimenti sempre più sinuosi, più disinvolti, feroci... da predatore. Era orrendo, guardava nella superficie mossa di quell'ombra e vedeva il nulla. Non poteva dire che non vedesse nulla, vedeva IL NULLA. Le sensazioni, la paura: tutto era puro terrore. Rimembrò una lontana sensazione provata quando ancora era bambino, evocata dalla scena di un film del quale non ricordava il titolo. Sinceramente non rammentava nemmeno la scena, solo coglieva di nuovo la stessa emozione negativa.

   Quando cercò di spostare la propria attenzione dalla visione, Dave provò un brivido profondo, una scossa adrenalinica, come se quella cosa fosse vera... Come se quella cosa fosse lì in casa, nascosta, in agguato da qualche parte, pronta a balzare sulla preda.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora