PARTE TERZA - Capitolo 7 (II, prosegue...)

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   <<E' ovvio che tu abbia reagito in questo modo. E' una ferita difficile da rimarginare. L'importante è che tu sappia che noi siamo sempre qui; se hai bisogno di qualcosa, non hai che da chiedere. Del resto, pensa a noi. Credi che la nostra situazione, il nostro dolore, possa essere diverso da ciò che provi tu?>>

   Sullo sfondo delle parole della figlia, Dorothy diede un paio di colpetti con la sua mano sul dorso di quella di Dave, in segno di approvazione. Poi si asciugò gli occhi umidi con un fazzoletto.

   Dopo un attimo di pausa Dolly concluse:

   <<Ora ti prometto che ne riparleremo solo quando tu ne sentirai il bisogno. Sappi che anche noi abbiamo subito il colpo.>>

   Dave porse la mano ad uno dei suoi cuccioli, che nel frattempo aveva appoggiato le zampette anteriori sulla sua gamba. Sentì la lingua calda e porosa dell'animale passargli sulla pelle sudata.

   Finalmente aveva ottenuto ciò che andava cercando. I suoi pensieri, le sue emozioni e soprattutto i ricordi riguardanti Ellen, sarebbero rimasti suoi personali. Almeno Dolly e Dorothy non avrebbero più rigirato il coltello nella piaga.

   <<Gran bei cani. Come li hai chiamati? Forse l'avevi già detto?>> domandò curiosa Dorothy, che nel frattempo si era ripresa e aveva smesso di bagnare il fazzoletto.

  <<No, non l'avevo ancora detto. Lui è Ice>> disse indicando il cane dagli splendidi occhi azzurri, ancora impegnato ad inumidire teneramente la mano del padrone, << e l'altro è It.>>

    Sentendosi chiamato in causa, l'altro cucciolo alzò le orecchie pelose. Poi riprese le sue attività, comprendendo che si era trattato di un falso allarme.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora