PARTE SECONDA - Capitolo 12 (I, prosegue...)

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   Quelle ultime settimane passarono velocemente, troppo velocemente, proprio come aveva temuto Dave. Fu però un periodo pienamente vissuto. L'uomo trascurò sempre più qualsiasi impegno lavorativo, dedicandosi esclusivamente e con amore alle esigenze della moglie.

   Ellen aveva un bisogno sempre crescente di sostegno psicologico, oltre che di aiuto fisico. Le sue condizioni stavano peggiorando rapidamente, di giorno in giorno. Il suo viso non era più roseo e fiorito come una volta, anzi dava la sensazione di un fiore vecchio, appassito; aveva un colore tendente al giallo, con ombre bluastre tutt'attorno agli occhi: era la tipica sfumatura della malattia, non si poteva neppure dire che fosse un semplice pallore. Le sue braccia e le sue gambe erano diventate di una magrezza sbalorditiva, tanto che il marito temeva di farle del male ogni volta che la toccava per accarezzarla o per coccolarla.

   Era una situazione insostenibile.

   Negli ultimi mesi Dave fu dominato, quasi posseduto da una sensazione predominante: rabbia infinita. Tentava, probabilmente invano, di celarla alla moglie, ma quella rabbia lo stava logorando dentro, proprio con la stessa spietatezza con cui il male divorava Ellen. Di giorno soffriva, soffriva tremendamente, covando dolore. La notte piangeva, accumulando oltre ogni limite quella rabbia, contro quel mondo tutto sbagliato. Nelle poche ore di sonno che trovava, non riposava. Si trattava per lo più di attimi tormentati, riempiti da paurosi incubi.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora