PARTE SECONDA - Capitolo 10 (III, prosegue...)

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   Quando i lamenti terminarono, il signor Metzelder si accorse che lei si era addormentata. Abbassò la testa, baciandole i capelli profumati; poi rialzò lo sguardo.

   Fu allora che cominciò a tremare di paura, di terrore puro, come non gli era mai accaduto, neppure da bambino, neppure nei suoi incubi più agghiaccianti.

   Cercò di rimanere immobile, controllando dei tremiti convulsi, ma invano. Sperava che nell'immobilità, potesse trovare un possibile riparo, riuscisse a non farsi scorgere.

   Furono solo futili speranze.

   L'ombra nera, enorme, e più cattiva che mai da quando era comparsa per la prima volta, se ne stava in piedi accanto al letto, a poco più di due metri di distanza da lui. Non possedeva profondità. Solo gli occhi, due palle infuocate, davano l'impressione di un abisso remoto, quasi inconcepibile. L'ombra pulsava, si dilatava e si stringeva, come se stesse respirando in modo nervoso, convulso, ritmico.

   Dave serrò gli occhi, quando comprese che la faccia dell'entità si stava avvicinando alla sua. Quando li riaprì, si ritrovò la palle infuocate a pochi centimetri di distanza.

   Il cuore gli si ghiacciò nel petto.

   L'ombra inclinava lentamente la testa, prima a sinistra e poi a destra, come se stesse fiutando la paura della sua preda.

   Dave Metzelder era impegnato su due fronti. Aveva un irresistibile bisogno di urlare, ma non voleva svegliare la moglie, non voleva renderla partecipe di quell'orrore. In secondo luogo, avvertiva di non riuscire più a trattenere la propria vescica, ora controllata dalla paura e non più dalla razionalità: stava per farsela addosso, come un bambino di pochi mesi.

   L'ombra continuava a studiarlo, come una belva affamata.

   Ancora un poco e Dave avrebbe bagnato il letto.

   Con un immenso sforzo di volontà, l'uomo riuscì a serrare di nuovo gli occhi, a non urlare ed a riprendere il controllo delle sue vie urinarie. Serrò con tanta forza le palpebre, da chiedersi se mai fosse riuscito a riaprirle.

   Quando verificò che il suo interrogativo era infondato e le riaprì, l'essere non c'era più, era sparito, se ne era andato misteriosamente, proprio come era comparso.

   Il cuore gli rimbombava furibondo nelle orecchie.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora