PARTE TERZA - Capitolo 4 (II, prosegue...)

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   L'uomo aprì gli occhi intontito nella testa ed intorpidito nel corpo. Di fronte al divano, appeso al muro sopra la tv, il movimento ritmico di un paio di lancette su uno sfondo bianco, bianco come la neve che riluceva fuori dagli ampi finestroni, scandiva incessante lo scorrere della mattinata. L'elegante orologio da parete indicava che erano passate da pochissimo le dieci e mezza.

   Dave si strofinò indeciso le palpebre con il dorso della mano.

   Il telefono pretese impaziente le sue attenzioni.

   La schiena gli dolse fastidiosamente nel momento in cui si alzò dal divano: probabilmente durante il riposo non aveva assunto una posizione adeguata. Dopo tutto, non era necessariamente vero che quanto sosteneva sul benessere della propria colonna vertebrale dovesse corrispondere alla realtà dei fatti.

   <<Pronto, casa Metzelder.>>

   <<Ciao Dave.>>

   Quella voce lo ridestò completamente dal torpore. Dave aveva un'idea sul motivo di quella chiamata; se le sue supposizioni si fossero dimostrate veritiere, avrebbe sicuramente declinato la proposta che gli stavano per porre.

   <<Ciao Dolly.>>

   <<Senti Dave, ho una proposta. Che ne dici di unirti a noi nel pomeriggio? Poi rimarresti da noi per il cenone? Saremmo io, la mamma, Mike ed altri conoscenti. Oppure avevi altri programmi?>>


UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora