PARTE TERZA - Capitolo 9 (XI, prosegue...)

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   Al primo incrocio dopo il dominante e massiccio cancello di casa Metzelder, pensò a fondo a sé stesso, pensò a sé stesso come chi pensa ad una terza persona estranea. Aveva dovuto necessariamente giocare quella carta. Per arrivare a casa di Dorothy e Dolly, in qualche modo prima o poi avrebbe dovuto pensare alla suocera ed alla cognata, focalizzare mentalmente le loro immagini o anche solo il percorso fino alla loro abitazione, e se i sospetti che il sogno insinuava fossero stati fondati... Meglio non rischiare. In quel modo Dave si era posto in testa alla lista. Se i suoi pensieri in qualche modo avevano provocato le precedenti morti, adesso non voleva certo gravare la sua già pesante coscienza anche della prematura scomparsa di Dolly e Dorothy. Temeva quella ipotesi, ed una parte di lui la riteneva strampalata, eppure sentiva di averci preso.

   A poca distanza da casa Ljungberg, Dave puntellò le sue nuove convinzioni. Perché mai credere ad un sogno? Quell'incubo non era il semplice frutto delle sue perverse attività cerebrali inconsce. Ellen era ricomparsa, nel tentativo di avvisarlo di qualcosa; non aveva alcun dubbio. Inoltre il signor Metzelder non considerò rilevante il fatto che la bambina, a differenza di sua moglie, era ancora viva e vegeta, profondamente segnata per il resto della sua esistenza, ma ancora viva: era sopravvissuta all'agghiacciante massacro dei genitori.

   Arrivato a destinazione, scese dall'auto, seguito a pochi passi di distanza da Ice ed It.

   Suonò il campanello impaziente.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora