PARTE SECONDA - Capitolo 13 (II, prosegue...)

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   Ellen, in perenne stato di semi coscienza, avvertiva la stanchezza crescerle dentro, ma non riusciva a reagire. Avrebbe voluto aprire gli occhi, mettersi a sedere sul letto e vedere suo marito, stringerlo forte. L'avrebbe voluto tanto, ma non ci riusciva.

   Di lì a qualche ora, il suo desiderio si sarebbe avverato. Sarebbe stato il suo ultimo contatto con il marito.

   Sentiva la presenza di Dave, e sforzandosi capì che le stava tenendo la mano, di tanto in tanto le accarezzava i capelli. Però nulla era più come doveva essere nel suo corpo: i sensi si stavano dissolvendo e spesso andava in apnea, chiaro segnale che anche la respirazione stava cedendo del tutto.

   Più volte tentò di scuotersi, senza mai riuscire a trovare le energie necessarie. Ogni tentativo sembrava inutile e oltremodo spossante.

   Dave, da quando era arrivata in ospedale, non l'aveva mai lasciata sola un attimo, le era sempre rimasto lì vicino, reggendole delicatamente la mano come sostegno. Dal suo stato incosciente, Ellen non riusciva a stabilire quanto tempo fosse passato (qualche ora, qualche giorno, dei mesi...) ma non aveva nessun dubbio sul fatto che il marito le era sempre rimasto al fianco.

   Sentiva i suoi sentimenti, il suo calore, il suo profondo amore.

   Avvertiva forte tutto ciò.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora