PARTE TERZA - Capitolo 8 (XIX, prosegue...)

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   La magia di quel brevissimo sollievo scomparve quasi subito.

   Un'ultima cosa non aveva ancora ricevuto giustificazioni, come se un piccolo tassello del puzzle non avesse trovato collocazione lasciando tutta quanta l'opera incompiuta. E difficilmente ne avrebbe potuta avere una realistica. Quel fatto, quella circostanza era stata rinchiusa in uno dei cassetti più remoti della memoria di quell'uomo, come un incubo di cui si teme il freddo ritorno da un momento all'altro. Quel cassetto era stato poi accantonato in un angolo lontano, buio e chiuso con un grande lucchetto d'acciaio. Laddove non avrebbe più fatto paura. Dave non aveva più osato aprirlo da allora, come fanno i bambini con gli armadi delle loro camerette quando per anni temono che dentro vi sia nascosto l'uomo nero, pronto a portarli direttamente all'inferno. Viaggio di sola andata.

   Ora, dimenticando per qualche istante cosa quel cassetto contenesse, il signor Metzelder l'aveva inavvertitamente aperto, portando alla luce un segreto spaventoso, rivissuto in quel momento come se fosse accaduto solo pochi secondi prima.

   Proprio così, l'aveva inavvertitamente aperto. Ci aveva girato al largo per diverso tempo, ma ora ci si stava incespicando.

   Istintivamente Dave si guardò le braccia, a livello dei bicipiti e delle giunture dei gomiti, spaventato all'idea di quello che avrebbe potuto vedere. Gli sembrava di avvertire nell'aria ancora quell'odore penetrante di carne bruciata.

   Sulle braccia non vide nulla.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora