PARTE TERZA - Capitolo 8 (VII, prosegue...)

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   <<Ellen era una cara donna, so che ti manca, ma credo che non vorrebbe sentirti con questa voce. Non vedo la tua faccia, ma sicuramente non credo sia come ai tempi migliori.>>

   Bruce Miller e Dave Metzelder non si erano più visti di persona da quasi più di un anno, ma spesso si sentivano, si telefonavano, si inviavano messaggi anche solo per tenersi in contatto. Quella specie di corrispondenza si era rinvigorita ultimamente, visto che Dave aveva avuto bisogno dell'amico per trovare del lavoro. Nonostante il loro più recente incontro fosse piuttosto datato, l'amicizia che li legava e che era stata coltivata per parecchi anni permetteva al primo di cogliere nella voce del secondo un certo disagio.

   <<Certo Bruce, nessun problema. Solo non riesco a rassegnarmi. Ellen mi... mi manca tanto.>>

   C'era anche buona parte di verità.

   Dal capo opposto della linea ci fu un prolungato momento di silenzio. Probabilmente l'interlocutore doveva avere colto ciò che di falso conteneva la risposta di Dave. Un'angoscia, un problema o quantomeno un pensiero fastidioso doveva proprio esserci. Invece il dolore, forse anche un po' di rimorso, e la mancanza di rassegnazione per l'incolmabile lacuna provocata dalla morte di Ellen, erano perfettamente comprensibili.

   Bruce preferì non insistere, nella speranza che fosse l'amico ad aprirsi.

   Un'apertura che però non ci fu.

   <<Veramente, non preoccuparti, passerà. Grazie ancora Bruce.>>

   <<Ciao Dave. In gamba, mi raccomando.>>

   <<Un'ultima cosa: ti devo una cena. Ci risentiamo.>>

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora