PARTE SECONDA - Capitolo 2 (V)

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   Ora addirittura sentiva che era la cosa a guardare lui. Fortunatamente non mi ha notato prima, nella mia testa, altrimenti... come posso sapere cosa mi avrebbe fatto se... non ho idea di cosa sia?

   Era nervoso. Ne sentiva la presenza alle sue spalle. Si girò verso la porta di ingresso del soggiorno. Non c'era.

   Ellen si accorse della tensione del marito. Perplessa lo accarezzò sulla guancia, domandandogli:

   <<Amore, hai preso le chiavi, vero?>>

   <<Sì... certo... eccole>> e le estrasse distrattamente dalla tasca dei jeans scuri.

   Ellen le afferrò e le porse alla sorella.

   <<Non dovete fare altro che controllare la casa, di tanto in tanto. Un'occhiata, un giro per controllare che tutto sia a posto. Se tu e Mike volete farvi un pranzo o una cenetta, da soli... fate pure, tranquilli.>>

   L'invito di Ellen eccitò Dolly: una romantica cena a lume di candela con il suo Mike balenò davanti agli occhi sognanti della giovane.

   La sorella più grande notò l'espressione estasiata dell'altra e sorrise divertita. Poi proseguì:

   <<Mamma, se vuoi leggere un libro, usare l'asciugatrice per i panni, vedere qualcosa, un film, un documentario... vedete voi, usate quel che vi serve.>>

   La donna parlava con la madre e la sorella, ma notava l'agitazione dell'uomo.

   Solo Ellen, che conosceva a fondo il marito sotto ogni aspetto, si sarebbe potuta accorgere che Dave non era per nulla tranquillo. In quel preciso istante appariva particolarmente irrequieto.

   <<C'è qualcosa in particolare che vi occorre, qualcosa da fare, da tenere d'occhio più di altro?>>, interruppe curiosa Dorothy.

   <<No, direi di no. Ripeto, dovreste soltanto controllare ogni tanto che tutto sia a posto, nient'altro.>>, concluse Ellen, osservando che invece ora il marito sembrava appena più rilassato.

   A quel punto intervenne di nuovo la sorella minore:

   <<Per la precisione, quando avreste intenzione di partire? Suppongo molto presto, direi entro questa notte, altrimenti non ci avreste portato le chiavi sin da ora.>>

   Dave consultò il suo orologio, che indicava che erano passate da poco le quattordici. Capì che l'incontro doveva volgere al termine, quindi proruppe:

   <<In effetti avevamo stabilito di essere pronti in macchina alle quindici. Sapete che con l'arrivo dell'inverno fa buio molto presto, le strade potrebbero farsi viscide... poi, con questo venticello che ti gela fin dentro le ossa... direi che tra non molto dovremmo metterci in cammino.>>. La sua ansia ora sembrava quasi totalmente sparita. Qualsiasi tipo di visione avesse avuto, ora se ne era andata. Dotate della stessa rapidità con la quale avevano fatto la loro comparsa, si erano disintegrate. Ora si stava solo preparando a quella serie di lunghi viaggi.

   Tanto per cominciare, in direzione nord a poco più di trecento chilometri di distanza, li attendeva il dottor Roger Leopold, primario oncologo di fama internazionale, da sempre dedito ai pazienti in situazioni molto critiche. Il primo obiettivo era quindi Quebec, sulla fredda costa orientale del Canada.

   La conversazione si protrasse stancamente per un altro quarto d'ora; poi finalmente Dave porse a Dolly e Dorothy il benservito.

   <<Ora però dobbiamo andarcene, non possiamo fare tardi.>>, e lanciò un'occhiata di sollecitazione alla moglie; poi riprese: <<vi ringrazio molto per quello che farete e... ovviamente ci scusiamo per il disturbo.>>

   Ellen intese lo sguardo del marito e si alzò dal divano, ringraziando a sua volta la sorella e la madre.

   Erano le 14.45 quando il signor Metzelder fece ruggire il potente motore della sua Volvo nuova, un sei cilindri aggressivo e generoso nelle prestazioni. La sua auto si sarebbe dimostrata una fedele compagna di viaggio e di fatiche nei giorni a seguire.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora