UN DOLORE OSCURO

PARTE SECONDA - Capitolo 7 (I, prosegue...)

   L'aereo sarebbe decollato alle 22.57. Sicuramente l'avrebbero preso, se il traffico si fosse mantenuto pressoché nullo. Il tempo non era certo loro alleato; il cielo riversava cascate di pioggia scrosciante, sprigionando fragorosi tuoni ed affascinati lampi. I giochi di luce sullo sfondo del cielo nero, erano al contempo allarmanti e seducenti. Ad intervalli ravvicinati il cielo esplodeva, illuminando di un bagliore spettrale ogni cosa; il fragore che ne scaturiva faceva vibrare a lungo l'aria.

   L'autovettura procedeva spedita, sollevando sopra al baule imponenti nuvole di acqua, e rumorosi spruzzi laterali quando investiva delle pozzanghere. Procedeva in perfetto orario, fendendo con i propri fari l'oscurità avvolgente.

   Dave ed Ellen avevano concordato preventivamente che avrebbero cenato all'aeroporto internazionale di Montreal. Nonostante ciò, durante il tragitto si fermarono, per permettere alla donna di riempire parzialmente un impellente buco allo stomaco. Nelle ultime due giornate non aveva mangiato quasi nulla.

   Il silenzio pensieroso che regnava in macchina fu rotto dalla voce di Dave:

   <<Evidentemente quello non è all'altezza, non è uno dei migliori. Di lui dicono tante belle cose, ma probabilmente non tutto corrisponde a verità.>>

   L'uomo si riferiva a Roger Leopold.

   Ellen non rispose, continuò ad osservare pensierosa gli scenari di luce che andavano creandosi e dissipandosi nell'oscurità. Dentro di lei temeva che quella impressione del marito, non corrispondesse al vero. Anzi, ne era sicura.

   Pochi decine di minuti dopo giunsero a destinazione. La cena all'aeroporto fu meglio del previsto; mangiarono con discreta calma, in un ristorante dalla cucina francese, di buona qualità. Con il passare del tempo la tensione si era stemperata; Dave ed Ellen chiacchierarono piacevolmente dei più disparati argomenti, dimenticandosi momentaneamente delle loro opprimenti preoccupazioni.