UN DOLORE OSCURO

PARTE TERZA - Capitolo 7 (IX)

   La notte sembrava dominare incontrastata anche su casa Metzelder, almeno fino a quando la luce dell'ingresso non ne spezzò la cupa e fredda oscurità.

   Dave depose la pesante giacca invernale sull'appendiabiti, alitando sulle proprie dita intorpidite dal gelo. Là fuori, il signor Metzelder si era lasciato un freddo che, con il monotono ma incessante scorrere dei minuti, si era fatto piuttosto fastidioso. Quello era decisamente il periodo più gelido dell'anno.

   I cuccioli puntarono decisi verso il loro confortevole giaciglio; poco dopo, Dave li imitò, lasciandosi avvolgere dal morbido abbraccio del divano, suo impareggiabile amico notturno, triste compagno di amare sensazioni. Con quella sua superficie tutta lucida, di un nero impenetrabile, attirava a sé Dave con la forza di un magnete. Tutto il resto della stanza, negli interessi del signor Metzelder, sembrava ruotare attorno a quel divano negli ultimi tempi. L'intera casa si stava trasformando in un universo vuoto, se privata di quell'oggetto su cui Dave passava buona parte delle sue giornate. Ad eccezione della biblioteca.

   Il contenuto di quegli innumerevoli volumi riusciva ancora a strapparlo dalle sue tristi eclissi. La piacevole e seducente compagnia di Stephen King, i misteriosi personaggi di Dean Koontz, la dannazione d'amore del Dracula di Bram Stoker, le inquietanti atmosfere di Mary Higgins Clark, lo proiettavano in mondi nuovi, pericolosi, stimolavano ancora i suoi interessi.

   Dave, ancora turbato dalle notizie di morte apprese in quei giorni, ancora impantanato in ipotetiche responsabilità e cause di quanto accaduto, sprofondò lentamente in un sonno movimentato, agitato. Nell'incoscente sospensione sull'abisso tra la veglia ed il sonno, cercò di imputare lo stato di agitazione che lo attanagliava per le angosciose morti di Trevor Daniels e di Monica Clujsters, alla suggestione esercitata dalle macabre letture intraprese durante le giornate.

   La notte ed il buio penetrarono dentro Dave. Una notte agitata, decisamente tormentata lo accolse a braccia aperte.