PARTE TERZA - Capitolo 8 (XX, prosegue...)

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   L'autosuggestione gli procurò anche un forte senso di calore all'orecchio destro, ma come già constatato per gli arti anche esso non mostrava segni particolari.

   Per combattere quelle sensazioni, Dave, che in quel momento si trovava in piedi in mezzo alla stanza a pochi centimetri dal grazioso ripiano di lavoro, si spostò lento e meditabondo verso il frigorifero. Ne aprì l'anta e trovò subito ciò che andava cercando. Si versò del succo di pesca fresco in uno dei tanti bicchieri disseminati qua e là per casa e lo sorseggiò. La seconda e terza dose preferì deglutirle direttamente dalla confezione. Il liquido dolce e rinfrescante gli scivolò sulla lingua, per poi inabissarsi giù per la gola, cancellando un certo sapore amaro fastidioso che gli si era formato in bocca poco prima. Un sapore ormai noto, troppo noto: il sapore della paura. La gola si rinfrescò, annullando così quella sensazione improvvisa di caldo soffocante provocata dai ricordi, una sensazione come di piccole ustioni sulla pelle.

   Cosa poteva essere stata quell'apparizione che tanto terrorizzò Dave nella stanza di ospedale al capezzale della moglie, e che gli lasciò dei segni tangibili della sua oscura presenza? Cosa era quella forma tanto irreale, dalle sembianze animalesche e poi tramutatasi in uomo, ma anche tanto reale da provocare sul signor Metzelder delle conseguenze fisiche per alcuni giorni?

   Dave si pentì subito di avere riaperto sbadatamente quel cassetto dimenticato.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora