PARTE SECONDA - Capitolo 13 (III, prosegue...)

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   Dave ora stringeva, nella sua, la mano della compagna un po' più forte, un po' più emozionato, più vulnerabile, e seguitava a fissare le loro foto.

   Indimenticabili ricordi felici.

   Rivide la festa del ventiquattresimo compleanno della moglie, giorno memorabile, in cui lei aveva preparato una torta gigante veramente bella, che però non fece a tempo a servire in tavola: ci cadde sopra, nel tentativo di aprire la porta a muro della cucina senza chiedere aiuto a nessuno. Ricordò la marmellata di mirtilli spalmata sui pantaloni chiari della donna e gli parve di ascoltare di nuovo le sue stesse risate.

   Un principio di sorriso si eclissò quasi subito sul volto dell'uomo. Voltò pagina e comparve Ellen ritratta in posa, vestita da pescatore, accanto ad un pesce di dimensioni invidiabili. In realtà, durante quella breve ma divertente vacanza al lago, fu Dave a pescare quell'interessante trofeo. Il cappello con il quale era stata immortalata le calzava a pennello, incorniciandole il viso attraente. Il sorriso malizioso ed i morbidi capelli che sfuggivano leggiadri alla presa del cappello la rendevano ancora più seducente. Affascinante. Era semplicemente fantastica.

   All'improvviso la luce che penetrava nella camera, prodotta dai pannelli luminescenti del corridoio, si dissolse per poi ricomparire. Fu una questione di istanti. Sulla parete di fronte alla sua poltrona, Dave notò un'ombra in movimento, un'ombra goffa, veloce, dai contorni irregolari.

   Il fatto di essere stato distolto così bruscamente dalle sue emozioni più profonde, scosse il signor Metzelder, incutendogli una pressante curiosità.

   Un'infermiera è forse passata per il corridoio?

   Possibile.

   Posò delicatamente l'album portafoto accanto ad Ellen e le scostò dolcemente la mano. Si alzò, si voltò ed oltrepassò l'ingresso della camera; quando fu nel corridoio, osservò in lontananza una donna in camice sulla mezza età: era stata proprio l'ombra di quella infermiera.

   Si distese all'idea che non era stato nulla a che vedere con la cosa che lo aggrediva sempre più spesso nella sua testa.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora