PARTE SECONDA - Capitolo 11 (I, prosegue...)

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   In rapida successione, nelle due settimane seguenti allo squallido episodio di Milwaukee, le visite a Cleveland, Bethesda, Rochester, New York e Boston servirono solo per confermare l'amara certezza sullo stato di Ellen. Ormai nulla poteva più porre rimedio alla malattia, la morte era dietro l'angolo.

   Grandi speranze erano state riposte nei viaggi a Bethesda, una graziosa località alle porte di Washington, ad ovest del fiume Potomac, ed a Boston. L'importanza e la serietà, oltre ai mezzi a disposizione, di questi due centri a livello mondiale era fuori discussione. In quelle cliniche, dopo anni di ricerche e di specializzazioni in giro per il mondo, erano state allestite le migliori equipe in campo oncologico, provenienti da tutto il globo: professori francesi, italiani ed americani disponevano delle più recenti tecnologie americane, europee e giapponesi. I finanziamenti non mancavano di certo, piovevano da enti statali, governativi, da aziende private e anche da personalità di spicco. Si trattava di due schieramenti di forze indescrivibili, in rapporto a tutti gli altri centri visitati sino ad allora.

   Nulla. Neppure loro riuscirono a donare ai coniugi Metzelder una speranza, un appiglio a cui aggrapparsi. Niente di niente.

   Lo stadio di sviluppo del male, troppo avanzato per riuscire ad ottenere dei risultati apprezzabili con qualsiasi tipo di cura, non lasciava dubbi.

   Tornati a Montreal dopo un silenzioso viaggio aereo, Dave ed Ellen recuperarono la loro automobile, che durante tutto quel tempo era stata momentaneamente affidata al locale deposito dell'aeroporto. Poi pagarono la tariffa dovuta al servizio di cui avevano goduto e partirono. Direzione: il Maine.


UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora