PARTE TERZA - Capitolo 1 (VIII)

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   Passò un po' di tempo, durante il quale Dave giocò a chiamare ripetutamente i cani con i loro nuovi nomi, in primo luogo per sperimentare come suonavano Ice e It, ed in secondo luogo per cominciare ad abituarli al suo richiamo.

   Si sentì soddisfatto della scelta fatta.

   Attorno alle venti, in casa Metzelder si diffuse uno stuzzicante profumo di passata di pomodoro e di prezzemolo. In meno di mezz'ora fu pronto un appetitoso piatto di spaghetti al pomodoro, tipica prelibatezza della lontana cucina mediterranea. A Dave quel modo di cucinare era sempre piaciuto, per la dote di leggerezza mista a buon gusto, e soprattutto perché rappresentava una delle alimentazioni più sane del pianeta.

   <<Peccato che voi non possiate approfittarne, non sapete cosa vi perdete>>, disse il padrone di casa rivolgendosi ai due cuccioli acciambellati sul divano, uno accanto all'altro.

   Ice sembrò captare qualcosa delle parole di Dave, drizzando per un istante le sue grandi e morbide orecchie. Ora, i movimenti dei due cani sembravano già molto meno impacciati.

   La serata trascorse rapidamente, fino a quando Ice e It si addormentarono nella loro cesta: una vecchia cesta di vimini, fino a non molto tempo prima usata per raccogliere la biancheria sporca, ora momentaneamente adibita a ricovero per i due nuovi arrivati.

   Dave trasportò delicatamente la cesta accanto al divano in salotto, sul quale si sdraiò addormentandosi in pochissimo tempo.

   Ma attorno alle 5 del mattino di San Silvestro, si svegliò di soprassalto, fradicio di sudore e con il fiatone, con l'immagine di Trevor Daniels stampata nel cervello.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora