PARTE TERZA - Capitolo 4 (I, prosegue...)

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   Il telefono squillò improvviso.

   Dave si era riaddormentato sul suo divano, allestito di tutto punto come un vero letto. Da quando Ellen era morta, il marito aveva rifiutato categoricamente di utilizzare di nuovo il letto matrimoniale, quel letto che per lunghe, dolci e memorabili notti era stato il loro covo d'amore. Sarebbe stato soffocante tornare a dormirci ora. Troppi ricordi, troppo dolore.

   Il divano di pelle del salotto era nuovo, poiché il suo costoso acquisto risaliva a non più di dieci mesi prima, e quindi al signor Metzelder risultava rigido al punto giusto: secondo Dave era sempre stato di fondamentale importanza riposare mantenendo ben diritta la schiena. Sosteneva che in questo modo si preveniva qualsiasi micro deformazione alla colonna vertebrale.

   In quei pochi giorni dalla morte di sua moglie, Dave era andato spesso nella loro camera, nel tentativo di rinverdire solo i ricordi meno dolorosi. Qualche volta si era seduto sul loro letto, e ne aveva teneramente accarezzato le coperte, versando ancora una volta lacrime di dolore, di rabbia, amare lacrime di terribile sofferenza e solitudine.

   Il telefono, con perfetta intermittenza, continuò a richiamare l'attenzione del padrone di casa. Quel suono insistente e monotono, quasi intrusivo nell'ambiente silenzioso che si era creato, sortì effetti poco positivi sul sonno di Dave.

UN DOLORE OSCURODove le storie prendono vita. Scoprilo ora