Nostra figlia

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MARIO'S POV
Qualche ora estenuante di attesa più tardi vengono a chiamarmi di corsa e con la stessa indifferenza con cui si danno le notizie al tg mi comunicano che non hanno fatto in tempo, che non hanno potuto salvare la bambina e che sono soddisfatti però di essere riusciti a salvare mia moglie perché durante il parto ci sono state complicanze, ma ora lei sta bene, sedata, dato che non ha reagito per niente bene alla notizia.
"Mi scusi cosa cazzo significa? Fatemela vedere, fatemi parlare con lei" perdo la pazienza.
"Non si può, per ora non si può entrare in stanza"
"Fatemi entrare o chiamo la polizia"
Interviene Nicolò che è stato in disparte fino ad ora e ha aspettato con me, rimanendo in un silenzio imbarazzante per tutto il tempo.
"Che succede?"
Mi giro verso di lui con le lacrime agli occhi e capisce subito.
"Fatelo entrare subito o contatto direttamente un avvocato e ve lo faccio chiudere quest'ospedale di merda, mi ha capito?"
"Mario smettila di essere così gentile, con questi ci vogliono le minacce" dice rivolto a me attendendo una risposta dal dottore.
Abbassa la testa e mi dice rassegnato di seguirlo.
La trovo addormentata come mi avevano anticipato ma subito noto che è ricoperta di lividi.
"Può spiegarmi perché è ridotta così?"
"Gliel'ho detto, abbiamo dovuto sedarla quando ha scoperto che la bambina non ce l'aveva fatta, l'abbiamo dovuta trattenere"
"Mi sembra molto più di trattenerla questo, non trova?" Sono sull'orlo di una crisi isterica, la rabbia mi ribolle dentro, nemmeno Nicolò riesce a farmi quest'effetto.
Mi lascia da solo con lei e appena riesco a riprendere lucidità esco a chiamarlo.
"Nicolò hai un legale? Qualcuno bravo? Non so cosa sia successo ma non gliela faccio passare liscia"
"Ci penso io, tu cerca di calmarti che non ti ho mai visto così"
"Nicolò tu non capisci, a lei ci tengo più della mia stessa vita, vederla così mi fa innervosire a tal punto che avrei volentieri preso a pugni quel coglione fino a ucciderlo"
"Non lo fare, o finisci nei guai più di loro, si riprenderà"
"Mia figlia non c'è più! La desideravamo più di ogni altra cosa e mi stavano per portare via anche lei!"
"Vedrai che almeno lei starà bene, stalle vicino tu che puoi, so che non sarà facile"
"Già... non sarà per niente facile, ma a loro cosa interessa"
Mi lascio cadere su una poltroncina mezza sfondata al lato del letto e la osservo mentre dorme, le prendo la mano e inizio a piangere sfogandomi prima che si svegli, non voglio farmi vedere debole da lei.
Mi perdo nei miei pensieri, non so cosa succederà ora, so che avrà bisogno di me, so che è fragile, che non sarà facile andare avanti, ma mi riprometto che ci metterò tutto me stesso per farla tornare a sorridere.
Una voce flebile interrompe i miei pensieri facendomi tornare alla realtà.
"Dimmi che ho avuto un incubo, dov'è nostra figlia?"

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