Mi sveglio in preda al panico, sognando che la mia Lol aveva avuto un incidentex.
Prendo il telefono e da lucido decido ascoltare i messaggi che mi ha lasciato in segreteria.
"Mario ti prego, richiamami, dove sei? Stai bene? Chiamami"
"Baby ti amo, mi richiami? Ti prego, mi spieghi che è successo?"
"Mario ho bisogno di te, non posso vivere senza di te, mi sento male solo a pensarlo, stai bene? Chiamami appena senti, ti prego, non farmi stare in pensieri" ha la voce spezzata dal pianto.
"Senti puoi spiegarmi? Non capisco cosa sia successo, Mario qualunque sia il problema lo risolviamo io e te, ti prego" è in lacrime.
Mi si spezza il cuore a sentirla così.
Sono le 10, ho paura che stia ancora dormendo, ma notando che ha messo un post nelle storie pochi minuti fa, mi faccio coraggio.
Risponde al primo squillo.
"Mario oddio come stai amore mio? Tutto bene? Cazzo baby sono stata in pensiero, mi spieghi cosa è successo? Dove sei? Torna a casa ti prego"
"Tutto bene? Chi è?" Sento in sottofondo una voce familiare.
Nicolò.
"Niente, ti ho chiamata solo per dirti che sto bene, non preoccuparti, anche se a quanto pare non c'è bisogno che te lo dica io, hai già trovato un modo per rimpiazzarmi a quanto pare" gli rispondo freddamente, con un nodo in gola.
Non avrei mai immaginato di trovarla con lui, ancora una volta, come al solito, mi stavo preoccupando per lei mentre lei non se lo è fatto ripetere due volte prima di tirare da lui.
Improvvisamente sento il bisogno di ferirla e capisco che è proprio per questo che devo starle lontana.
"Non è come sembra, Mario ti prego" singhiozza dall'altro lato del telefono.
"Ah no? E come dovrebbe sembrare? Come tutte le altre volte che te lo sei scopata frgandotene di me?"
Riattacco senza nemmeno aspettare che mi risponda.
Lancio il telefono contro il muro, pieno di rabbia e inizio a camminare nervosamente.
Decido di affrontarla, non riesco a tenermi tutto dentro, non ce la faccio più a soffrire in silenzio facendole credere che vada tutto bene, specialmente perché a lei non interessa realmente, chiamo un taxi e vado sotto casa sua, aspetto che torni, facendo avanti e indietro davanti al portone, ma di lei nemmeno l'ombra.
L'attesa mi permette di smaltire la rabbia ma allo stesso tempo cresce l'ansia dentro di me e mi pento di essere venuto qui.
Fin quando dal portone di casa sua non vedo uscire Nicolò.
