MARIO'S POV
Dopo una settimana che sto in giro finalmente torno a casa.
Sono stati giorni durissimi, a malapena avevo voglia di svegliarmi la mattina ed è stato terribilmente stressante, non averla affianco non ha aiutato e non sentirla nemmeno é stato quasi impossibile.
Appena giro le chiavi nella serratura mi ricordo che lei non c'è e mi manca come l'aria, vorrei che fosse qui per abbracciarla fortissimo e dirle che mi è mancata da morire, ma non posso.
Ho provato a chiamarla, ma non mi ha mai risposto.
So che ho esagerato e soprattutto ora che sono a casa e mancano tutte le sue cose, manca lei, mi rendo conto di aver sbagliato.
La chiamo per dirle che sono qui, che ho bisogno di parlarle, ma non risponde. Ha il telefono staccato.
Non posta nulla da quando sono partito e non da segni di vita.
Ho vissuto fino ad ora con l'ansia sperando di trovarla qui, ma ora che so che è anche andata via di casa sono ancora più teso.
Chiamo Nicolò.
Da un lato spero sia da lui, dall'altro rimarrei terribilmente deluso a sapere che non ha perso tempo per rimpiazzarmi.
"È da te?" Gli chiedo appena risponde.
"Ti meriteresti che io ti dicessi di sì, vorrei dirtelo con tutto il cuore perché so quanto ti farebbe stare male, ma no, ho provato anche a chiamarla ma non mi risponde"
"Cazzo..."
"Che ti ha detto l'altro giorno? Al bar?"
"Niente, sempre le solite cose, che ama te, che vuole te, e tu? La molli come un coglione, dai, sei pessimo, è anche incinta, prima te ne vai, la lasci da sola, le dici che è finita e ora ti preoccupi? Ti pensavo migliore, in fondo in fondo pensavo che te la potessi meritare una come lei... e poi..."
"La smetti? Non sai un cazzo tu ok? Non ti riguardano le cose tra me e lei"
"Eppure mi pare che tu stia chiamando me... e l'altro giorno la tua ragazza in lacrime è me che è venuta a cercare urlando e incolpandomi perché tu l'avevi mollata"
"Piuttosto di fare il superiore aiutami grazie"
"Scusami, tu fai i danni e io devo aiutarti?"
"Se ci tieni un minimo a lei dimostralo cazzo, sai com'è fatta"
"Ok... d'accordo... chiamo Luke, chiedo se per caso Maria ed Eleonora l'hanno sentita"
"Grazie..."
Attendo fissando il muro davanti al letto che lui mi richiami.
Cerco in giro per casa se per caso mi abbia lasciato qualche biglietto ma nulla, di lei nessuna traccia.
Mi ha lasciato anche la mia maglietta che le piaceva tanto usare quando ero via e che non mi ha mai restituito da una delle prime volte che è venuta a dormire da me.
Accarezzo il suo cuscino come se ci fosse lei ma i miei pensieri vengono interrotti dal mio telefono.
"Niente, non sapevano nemmeno che vi foste lasciati"
"Sicuro?"
"Te lo giuro"
"Va bene... grazie..."
Chiudo la chiamata e rifletto se sia giusto allertare i suoi, chiamare la polizia, vado in panico.
Provo a richiamarla ma il telefono è sempre staccato.
Mi convinco a chiamare la madre, mi risponde subito e quando le chiedo se l'ha sentita ci pensa un po' prima di rispondere.
"Mi ha chiamata in lacrime, mi ha detto che se avessi chiamato avrei dovuto dirti che è qui, non so dove sia, ho insistito perché mi ha fatto paura, ma non me l'ha voluto dire, sai che non abbiamo un gran bel rapporto, ma dovresti cercarla perché so che lo vorrebbe"
"Ok... grazie mille..."
"Sai che io e lei non abbiamo mai parlato chissà quanto è un minimo di rapporto con noi l'hai convinta a recuperarlo tu, ma lei ti ama, era disperata"
"Lo so... grazie di nuovo" le rispondo prima di riattaccare.
Ho due giorni per trovarla perché dopodomani devo ripartire.
Non ho nemmeno fame ma mi costringo a mangiare qualcosa, il frigo è vuoto, esco a fare la spesa ma vengo catturato da una ragazza in un bar che sembra proprio lei.
Entro di corsa e realizzo che è proprio lei quando i nostri sguardi si incrociano.
Fa finta di niente e si gira ma l'afferro per un braccio ed è costretta a guardarmi.
Mi fissa come se non mi riconoscesse, con lo sguardo perso.
"Ciao" le dico sperando in una risposta.
"Sto lavorando" mi sussurra abbassando lo sguardo e ritraendo di scatto il braccio, tornando dietro al bancone.
Pago un caffè per avere una scusa per intrattenerla.
"Non puoi ignorarmi" le dico dandole lo scontrino.
Non mi guarda nemmeno in faccia, si agita goffamente al bancone con la testa tra le nuvole senza rivolgermi nemmeno uno sguardo, prima di porgermi il mio caffè.
"Non ti sto ignorando" mi risponde indaffarata.
Fa cadere tutto e scoppia a piangere dalla frustrazione davanti a tutti come una bimba.
Vorrei abbracciarla e dirle di tornare a casa con me, ma lei fa finta che io nemmeno ci sia.
La rimproverano e a me si spezza il cuore a non poter fare nulla.
È mortificata, glielo leggo dalle guance che le sono diventate rosse.
Gli dicono qualcosa e lei si toglie il grembiule senza dire niente e lentamente raccoglie le sue cose prima di andare via.
La seguo fuori e la blocco prima che possa andarsene.
"Ora però puoi ascoltarmi"
Annuisce, nemmeno mi guarda.
Andiamo a sederci ad un bar vicino e la forzo a mangiare qualcosa.
"Non mi va" mi dice.
"Dovresti mangiare"
Fa no con la testa, assente.
"Stai bene?" Le chiedo preoccupato.
Annuisce senza dire una parola e io inizio ad avere i miei dubbi.
"Che cosa ti sei presa per stare così? Sei incinta non so se te lo ricordi!"
"Niente"
"Sì certo, come no, dov'è la Lol che conosco?"
Fa spallucce.
"Rispondimi"
"Non ho preso niente" insiste.
"Dove vivi?"
Non risponde.
Guarda fuori dalla vetrina assente.
"Oh? Perché non mi rispondi?"
"Non ti riguarda"
"Si invece"
"Qui vicino"
"Stai bene? Puoi tornare a vivere da me se vuoi"
"Fa niente"
"Mi spieghi cos'hai?" Non la capisco, non è mai stata così silenziosa.
Le poso una carezza sulla guancia ma lei si sposta immediatamente infastidita.
"Scusami" le dico.
"Devo andare" mi dice piano mentre prende le sue cose.
"Ehi, ti accompagno"
"No!" Mi risponde secca.
"Va bene... hai cambiato numero?"
"No... ho staccato il telefono..."
"Perché?"
"Non mi va di sentire nessuno"
"E me?"
Non mi guarda nemmeno.
"Ti prego rivediamoci"
Fa spallucce.
"Così mi uccidi" le dico quasi con le lacrime, non la capisco, mi fa male vederla così.
Mi guarda con gli occhi lucidi e poi va via senza dirmi una parola.
Ora che l'ho trovata non voglio farla scappare.
La seguo fino a casa senza farmi vedere e appena entra in un portone mi segno l'indirizzo.
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